RADICALI ROMA

Aula Giulio Cesare. Lettera a Rossin: «Spesso votiamo atti voluti da ambienti esterni della maggioranza»

Aula Giulio Cesare. Lettera a Rossin: «Spesso votiamo atti voluti da ambienti esterni della maggioranza»

 

Pdl, sette consiglieri sfidano il gruppo

 

Tutti ex Forza Italia, chiedono la testa di Gasperini e del coordinatore Sammarco

 

    C‘è di nuovo «maretta» nel Popolo delle Libertà. E soprat­tutto nella componente di For­za Italia dove sette consiglieri – Antonello Aurigemma, Pa­squale De Luca, Giovanni Quarzo, Alessandro Vannini, Patrizio Bianconi, Francesco De Micheli e Giordano Tredici­ne – hanno chiesto le «teste» del vicecapogruppo del Pdl Di­no Gasperini e del coordinato­re romano azzurro Gianni Sammarco. E anche se ieri se­ra gli stessi sette consiglieri hanno espresso «piena fidu­cia e sostegno» a Gianni Sammarco, mettendosi «a disposi­zione nell’oneroso impegno del prossimo congresso per la nascita del Popolo delle Liber­tà», si parla per il coordinato­re azzurro romano di una sor­ta di «triumvirato» di appog­gio, o di un sub-commissario che potrebbe essere Pasquale De Luca.

     A far agitare le acque uno scambio di due lettere fra le varie componenti del Pdl. La prima è stata inviata dal capo­gruppo in Campidoglio del partito Dario Rossin a tutti i consiglieri del suo gruppo: si lamenta la «poca attenzione che alcuni colleghi hanno nel­le sedute consiliari con all’or­dine del dei lavori argomenti ritenuti, a torto, residuali» e che tale atteggiamento «non solo e poco funzionale agli scopi e finalità del gruppo», ma è anche oggetto «di una deleteria riproduzione media­tica». La seconda è la risposta dei firmatari, che è dura. I set­te consiglieri di Forza Italia ammettono l’esistenza di «anomalie» ma allo stesso tempo vogliono conoscere «le cause» che «non possono che essere di natura politica e non di natura personale». Di fatto non vengono messe in discussione le «grandi doti di direzione politica e di organiz­zazione del gruppo» di Dario Rossin, ma si lamenta il fatto che «purtroppo il gruppo si ri­trova molto spesso a votare at­ti e decisioni che provengono da ambienti della maggioran­za esterni e non rappresentati­vi della reale volontà del grup­po». «Sono pochi – lamenta­no i sette forzisti – quei consi­glieri tanto fortunati da poter accedere alle stanze e alle riu­nioni dove si decide. Molti, che pure hanno profu­so impegno e sacrificio in una campagna elettorale lunga e difficile si sentono esclusi nel­la fase attuale – scrivono – o addirittura vedono consiglie­ri, montati sul carro del vinci­tore dopo aver remato contro per anni che invece vengono coinvolti e partecipano al no­stro progetto politico che non hanno condiviso ma che han­no ostacolato». Con un riferi­mento neppure troppo nasco­sto a Dino Gasperini, eletto nelle file dell’Udc, quindi pas­sato in quota Forza Italia nel Pdl del quale è vicecapogrup­po. «Non ho mai ricevuto quella lettera – replica Dino Gasperini – Ma se il problema dovesse essere il mio ruolo di vicecapogruppo, questo è nel­le mani del partito. Sono un militante, rispetto qualsiasi decisione: caso mai vuol dire che mi dedicherò ancora di più al centro storico».

     E così dopo che il sindaco Alemanno aveva cercato di placare le acque durante il conclave nell’ottobre scorso, adesso sarebbe stato invitato dai consiglieri di Forza Italia dall’astenersi a prendere posi­zione. Gli azzurri hanno deci­so di discutere fra di loro, e ie­ri notte si sono di nuovo riuni­ti nella sede romana.