RADICALI ROMA

Segnalazioni su un presunto imminente sgombero del presidio a Tiburtina

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Le Associazioni della Rete legale per i migranti in transito, A Buon Diritto Onlus, Baobab Experience, CIR (Consiglio Italiano per i Rifugiati) e Radicali Roma hanno scritto oggi a Virginia Raggi, Sindaco di Roma, Laura Baldassarre, Assessore alle politiche sociali, Paola Basilone, Prefetto di Roma, e Guido Marino, Questore di Roma, e per conoscenza a Ferrovie dello Stato, in merito al presunto imminente sgombero del presidio informale sito nei pressi della stazione Tiburtina di Roma. Le associazioni chiedono che prima dell’avvio di qualsiasi operazione, vengano individuate soluzioni alternative per le persone ivi accolte. 

Sulla base dei dati raccolti dalla Rete legale le persone ospitate al presidio sono oltre 180 e, pur avendo un titolo di soggiorno, sono fuori dai circuiti di accoglienza istituzionali. Al momento sono infatti presenti circa 104 titolari di protezione internazionale o umanitaria e 48 richiedenti asilo, oltre a un certo numero di persone che hanno manifestato la volontà di chiedere asilo, ma che non sono ancora riuscite a formalizzare la richiesta di protezione anche a causa delle difficoltà di accesso all’Ufficio Immigrazione della Questura.

Molti versano in condizioni di particolare fragilità, disagio e necessità e sono decine le persone con vulnerabilità sanitarie, segnalate dalle associazioni Medu, Medici senza frontiere, Diritti al Cuore e Médecins du monde, nel corso delle visite settimanali svolte al presidio e che necessitano di una sistemazione adeguata alle loro condizioni di salute. Così come sono stati segnalati alcuni minori stranieri non accompagnati i quali, non avendo un posto in accoglienza, vengono accolti di notte al centro Intersos e di giorno da Save the Children, trascorrendo il resto del tempo al presidio.

Alla luce di questa situazione così complessa, chiediamo alle Autorità competenti, manifestando piena volontà di collaborazione, di non avviare alcuna operazione di sgombero dell’area occupata senza prima aver preventivamente concordato i tempi e le modalità di esecuzione con le persone che vi risiedono e con quanti prestano loro quotidianamente assistenza, assicurando a ciascuno soluzioni alternative valutate caso per caso. Ai richiedenti asilo, ai cosiddetti “dublinati” e a quanti ne abbiano titolo, deve essere data la possibilità di accedere al sistema nazionale di accoglienza. Per i beneficiari di protezione internazionale, si chiede di considerare la possibilità che vengano inseriti nel circuito Sprar. Si chiede inoltre che, in mancanza dei presupposti richiesti, venga garantito a richiedenti asilo, beneficiari di protezione, persone vulnerabili e bisognose di cure un posto adeguato nel circuito di accoglienza cittadino.

“Siamo ben consapevoli del fatto che nessuno dovrebbe vivere, neppure temporaneamente, per strada in un rifugio di fortuna, tantomeno nel caso in cui sia afflitto da traumi e difficoltà di varia natura. È per questa ragione che confidiamo che qualsiasi azione di sgombero venga intrapresa solo a fronte dell’individuazione di soluzioni alternative, e certamente più adeguate, per le persone che ne hanno diritto”, dichiarano le associazioni della Rete legale.  

Le Associazioni della Rete Legale per i migranti in transito:

Baobab Experience, A Buon Diritto Onlus, CIR (Consiglio Italiano per i Rifugiati), Radicali Roma