RADICALI ROMA

Se ci fossero i vincoli di cui parla Raggi, Roma sarebbe invasa dai rifiuti

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“Se davvero esistessero i vincoli geografici di cui parla la Raggi in merito al trattamento, smaltimento e incenerimento dei rifiuti, Roma sarebbe già invasa”. Così in una nota Massimiliano Iervolino, vice coordinatore di +Europa e membro di direzione di Radicali Italiani.

“La normativa vigente e la prassi consolidata determinano uno status giuridico dei rifiuti molto chiaro: la questione dei fantomatici Ato, nonostante ciò che dice la sindaca, c’entra poco. È ormai conclamato come i rifiuti urbani possano già essere trattati in impianti TMB ubicati in Regione Lazio: basta un accordo tra AMA e la società proprietaria dell’impianto, quindi non esiste nessun vincolo geografico provinciale, così come non esiste vincolo per i rifiuti speciali derivanti dal trattamento, che possono essere smaltiti o inceneriti in giro per l’Italia, anche in questo caso attraverso accordi tra società. Se questo non fosse vero, ossia se ci fosse davvero una questione di vincoli geografici, Roma, dalla chiusura di Malagrotta in poi, sarebbe stata sommersa dai rifiuti. L’attuale gestione di Roma Capitale grava su un’impiantistica di smaltimento e di recupero di energia extra provinciale ed extra regionale. Quello che, ad oggi, la legge vieta è l’esportazione dei rifiuti urbani da una regione all’altra attraverso semplici accordi tra società: tale migrazione può essere autorizzata solo se i presidenti delle due regioni sottoscrivono un accordo (per esempio Lazio con Abruzzo e Puglia). La Raggi, forse, nella sua confusione, intende chiedere a Costa una modifica della legge nazionale per avere la migrazione dei RUR (rifiuti urbani residui) senza previo accordo tra le regioni. Se così fosse è una richiesta sbagliata, così come sono sbagliate la norma e la prassi attuale che permettono ai rifiuti speciali derivanti da trattamento di fare il giro dell’Italia. Siamo per l’autosufficienza regionale, sia per il trattamento che per lo smaltimento, dopodiché appare evidente che i rifiuti meno chilometri fanno prima di arrivare agli impianti meglio è. La Raggi, per questo, dovrebbe rendersi conto che Ama non può avere un futuro industriale con un’autonomia, cioè con una capacità di chiusura del ciclo dei rifiuti, pari solo a circa il 20%: è questo il punto”, conclude.