RADICALI ROMA

Roma Capitale, nel nuovo statuto riduzione delle firme per indire referendum cittadino e principio di non discriminazione

Dichiarazione di Riccardo Magi , segretario di Radicali Roma

Recepita la nostra richiesta di maggiore apertura degli spazi di partecipazione e di richiamo esplicito al Principio di non discriminazione proclamato dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.
Due punti qualificanti per una capitale più europea.
Nella bozza di nuovo statuto di Roma Capitale, ora all’esame della commissione Riforme istituzionali,  è stata recepita la nostra richiesta di riduzione del numero delle firme necessarie per indire i referendum cittadini, portandola a 30 mila firme. La soglia dell 50 mila firme attualmente prevista dallo statuto del comune di Roma era assolutamente sproporzionata (un decimo delle firme necessarie per indire il referendum nazionale e oltre il 2% del corpo elettorale della città !) e ostruzionistica nei confronti della partecipazione popolare.
La recente esperienza dei referendum di Roma Sì Muove, da noi avviata e sostenuta, ha mostrato la voglia dei cittadini romani di partecipare e di dare indicazioni sulle scelte da fare per il governo della città. In 44 mila l’estate scorsa hanno firmato i referendum per la mobilità sostenibile, per la strategia Rifiuti zero, per lo stop al consumo di suolo, per l’azzeramento dei Cda delle società controllate dal comune, per il registro dei testamenti biologici e per il riconoscimento delle famiglie di fatto, ma il numero di firme necessarie e l’atteggiamento ostruzionistico dell’amministrazione, che non ha messo a disposizione gli autenticatori, hanno di fatto impedito il raggiungimento dell’obiettivo e la possibilità per i romani di pronunciarsi su quei temi di governo della città con un referendum che si sarebbe tenuto insieme alle prossime elezioni.
La maggiore apertura degli spazi di partecipazione dei cittadini è una conquista per la città. Mentre i partiti vivono un momento di eccitazione per le primarie a tutti i livelli, come partecipazione dei cittadini alla vita politica attraverso la partecipazione alla vita dei partiti, dalla capitale arriva un segnale positivo rispetto alla partecipazione dei cittadini alla vita delle istituzioni.
Peraltro con le nuove funzioni e i nuovi poteri di Roma Capitale sarà ancora più significativo poter attivare gli strumenti di partecipazione popolare.
Altro punto qualificante del testo di statuto presentato dal presidente Smedile è il richiamo esplicito al Principio di non discriminazione proclamato dall’art. 21 della carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Roma Capitale nella sua attività istituzionale e amministrativa si ispira così esplicitamete al Principio di non discriminazione proclamato dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea  impegnandosi a combattere qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali.