RADICALI ROMA

Stadio Roma, Radicali: “ricettacolo interessi privati e scambi clientelari”

“A quanto si apprende oggi, al netto delle posizioni dei singoli sulle quali non ci pronunciamo per rispetto del principio inviolabile del garantismo e nell’attesa che la magistratura svolga il suo lavoro, sulla totale assenza di interesse pubblico nel progetto dello stadio della Roma ci eravamo già pronunciati un anno fa, denunciandola in una diffida indirizzata all’assemblea capitolina, alla Sindaca e alla Giunta”, così in una nota Riccardo Magi, segretario di Radicali italiani e deputato di +Europa, e Simone Sapienza segretario di Radicali Roma.

“Già a luglio dello scorso anno avevamo dimostrato l’assoluta insufficienza delle opere infrastrutturali e delle forniture poste a carico di Euronva S.p.A. rispetto al pubblico interesse connesso alla realizzazione dello stadio. L’interesse pubblico, da delibera, avrebbe dovuto risiedere nel contributo di tali interventi per il superamento delle criticità sul fronte della viabilità nel quadrante cittadino di Tor di Valle, ma le opere e le forniture poste a carico di Eurnova non avrebbero nemmeno consentito di far fronte alla domanda di mobilità generata autonomamente dallo stadio, quindi non solo non avrebbero contributo a risolvere le criticità esistenti, ma avrebbero addirittura gravato sul quadrante cittadino di Tor di Valle. Per di più, il progetto implicava interventi di mobilità a carico della parte pubblica cui si attribuivano determinati effetti sul piano trasportistico, ma nella diffida si dimostrava come gli interventi non avrebbero mai potuto garantire gli effetti prospettati e quindi l’Amministrazione si stava vincolando a opere irrealizzabili. Avevamo quantificato in circa 300 ml il valore delle cubature concesse ad Eurnova S.p.A: evidente la sproporzione degli oneri gravanti sulla parte pubblica rispetto ad un interesse pubblico addirittura negativo. Le cubature, in sostanza, sarebbero state concesse senza procedure ad evidenza pubblica ad un soggetto che, addirittura, avrebbe finito per arrecare danno alla città.
Lunedì abbiamo presentato due osservazioni nell’ambito del procedimento di variante necessario per portare avanti il progetto dello stadio proprio per ribadire questi concetti, ossia l’inesistenza, o la mancata prova, dell’interesse pubblico e il fatto che il progetto sia in larga arte ancora indefinito e, quindi, non idoneo ad una valutazione tecnica complessiva che deve essere fatta in conferenza di servizi”, concludono.

Leggi le nostre osservazioni del 12 giugno 2018 e l’esposto diffida del 10 luglio 2017.