Nuovo scossone per il pianeta delle 17.524 farmacie. Dopo aver conquistato un anno fa la possibilità di vendere i farmaci da banco senza obbligo di ricetta, supermercati e parafarmacie acquistano adesso anche l’accesso a un’altra fetta di mercato da 3 miliardi l’anno: potranno vendere anche i farmaci etici con obbligo di ricetta, quelli di classe «C» non rimborsati dal servizio pubblico. Basta che nel reparto ci sia un farmacista. Le farmacie avranno l’esclusiva solo dei farmaci pagati dal Ssn.
Quasi un anno fa, a luglio, a scombussolare i giochi era stata la prima lenzuolata di liberalizzazioni del “decreto Bersani”. Ieri è stata la volta di un’altra “lenzuolata Bersani”, il Ddl sui diritti dei consumatori. La novità è arrivata con l’approvazione in assemblea alla Camera di un emendamento di Sergio D’Elia (Rosa nel pugno), su cui il relatore Andrea Lulli (Ulivo) s’è detto favorevole mentre il Governo s’è rimesso al voto dell’aula. Che ha approvato. Con 247 voti a favore, 201 contro e 5 astenuti. Contrario il centrodestra, «comprese le forze liberali e liberiste», chiosa D’Elia. Che peraltro aveva proposto un emendamento ancora più hard, poi frenato dai capigruppo: «E stato un compromesso — aggiunge — tra contraddizioni interne al Governo». “Contraddizioni” tra ministri, fa capire D’Elia: «È un passo avanti dopo la timida liberalizzazione dell’anno scorso. E si rompe un tabù: il farmaco è “legato” a una persona, il farmacista, non al negozio». Il Ddl, dopo il sì della Camera, passerà al Senato. E si annuncia una nuova estate caldissima, come un anno fa, perché il Governo vuole accelerare il varo del provvedimento entro l’estate.
Come già per i farmaci da banco, i corner dei supermercati, gli esercizi commerciali autorizzati e le parafarmacie, dovranno avere un reparto specifico e «delimitato» dalla vendita di altri prodotti. Condizione essenziale è che ci sia un farmacista. Perché comunque la dispensazione dei farmaci è riservata «in via esclusiva» ai farmacisti. Il mercato totale dei farmaci da banco senza obbligo di ricetta è stato nel 2006 di 2,09 miliardi, quello dei prodotti di classe «C» di 3,080 miliardi. Potenzialmente, dunque, il mercato extra farmacia andrebbe a superare a questo punto i 5 miliardi di euro. Con nuovi prodotti gettonatissimi: tutte le varianti del nimesulide, a partire dall’Aulin, fino al Viagra o al Ranidil.
Dura la reazione dei farmacisti titolari: «Siamo stupefatti, c’era l’impegno del Governo — afferma il segretario nazionale di Federfarma, Franco Caprino —. Stanno distruggendo le farmacie, un servizio apprezzato dalla collettività. Così ci vogliono far chiudere. Confidiamo nel Senato». Di parere opposto i farmacisti dipendenti non proprie-tari di esercizio: «Un giusto intervento. Ma per noi è solo una delle tappe intermedie per garantire un vero e libero esercizio professionale», ribatte Vincenzo Devito, presidente dei “Liberi farmacisti”.
Per un’associazione di Federfarma, quella di Teramo, è intanto arrivata sempre ieri l’apertura di un’istruttoria dell’Antitrust. L’accusa è di intesa restrittiva della concorrenza per aver indicato agli associati gli sconti massimi da praticare sul prezzo di vendita al pubblico di una serie di farmaci da banco senza obbligo di ricetta.