RADICALI ROMA

Arrivano i blitz anti-prostituzione

Dopo le retate contro accattonaggio, lavavetri e parcheggiatori abusivi, un blitz anti-prostituzione scuote via Palmiro Togliatti e via Salaria, importanti arterie della Capitale note alle cronache come ritrovi del sesso a pagamento.

IL BLITZ – L’operazione degli agenti della polizia municipale è iniziata in pieno giorno, alle 10 circa, ed ha portato al fermo di una cinquantina di donne che sono state fatte salire a bordo di un autobus degli agenti. L’operazione, coordinata dal comandante Antonio Di Maggio, ha impegnato una decina di uomini di varie squadre dei vigili urbani di Roma.

LA LEGGE – La norma che in Italia regola (o non regola) la prostituzione ha quasi cinquant’anni (è del 1958) e prende il nome dalla senatrice socialista Tina Merlin. Fu approvata per consentire all’Italia di entrare nelle Nazioni Unite che chiedevano di abolire la prostituzione di Stato, nonostante il parere contrario di missini e monarchici. Conseguenza prima della sua emanazione fu la chiusura di 560 “case”, un’industria che, secondo il settimanale Panorama, in Italia fatturava più di 14 miliardi con 730 imprese, 400 imprenditori, 2 o 3 mila lavoratrici.
La legge punisce il reato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, non configura, però, la prostituzione come reato. Di conseguenza, chi la esercita non può essere schedato (facendo venir meno la schedatura sanitaria). La paura di malattie veneree, e i pregiudizi dell’opinione pubblica hanno spinto sin dagli anni sessanta diversi parlamentari a presentare molti progetti di modifica alla Merlin.

CASE SI’ O CASE NO? – “La prostituzione va regolamentata, sono favorevole alle cooperative”. Le parole del ministro del Lavoro Cesare Damiano non danno adito a dubbi anche se l’onorevole dice di esprimersi a titolo personale, da comune cittadino, dal palco della Festa dell’Unità di Genova sabato scorso.
Il ministro mette l’accento soprattutto sulla condizione umana, o disumana, in cui sono spesso costrette a vivere migliaia di donne, di cui moltissime ancora minorenni. Poi arriva la proposta: “Penso a una regolamentazione che consenta alle persone che scelgono questo mestiere di potersi organizzare, magari in cooperative, in luoghi che garantiscano protezione”.
La proposta non è nuova, il dibattito neanche, ma solleva un tema, quello della revisione integrale della legge Merlin, ancora attuale, perché attuale e irrisolto è il problema.