RADICALI ROMA

Arrivano i "volenterosi" dell'Ulivo

Una terza gamba dal sapore decisamente dipietrista. Gli ulivisti scontenti, a tratti arrabbiati, che ieri si sono ritrovati in una sala di piazza Montecitorio per lanciare la «costituente dei cittadini» contro le «oligarchie di Ds e Margherita» applaudono il ministro. Lui li chiama i «volenterosi verso il Pd»: «questa è una riunione di ulivisti testardi», dice, ed è la vera star di un pomeriggio variopinto, di un palco dove si alternano margheritini polemici come Willer Bordon e Roberto Manzione, Cesare Salvi (in platea anche il portavoce della mozione Angius Alberto Nigra), Marco Pannella, il verde Marco Boato, rappresentanti di consumatori e blogger ultraulivisti.
Ma la truppa, almeno quella più sostanziosa, è targata Di Pietro: come le tante bandiere dell’Idv in sala («Mettetele via, servono quelle del Pd», li ammonisce), la pattuglia di parlamentari e tanti presenti che, quando Di Pietro se ne va, praticamente svuotano la sala. «Sono anni che bussiamo, ma non ci è mai stato aperto», dice il capogruppo alla Camera Donadi. «Noi vorremmo confluire, ma in qualcosa di diverso da questa fusione gelida». E Di Pietro: «Noi vogliamo partecipare alla fase costituente da protagonisti, a partire da un programma che coniughi libertà, mercato e solidarietà. Non intendiamo aderire a una scatola cinese fatta da altri dove chi ha una quota minoritaria governa la maggioranza».

Già, il paragone con la vicenda Telecom ritorna in numerosi interventi: il concetto è che gli azionisti, cioè il popolo delle primarie, sarebbe stato «estromesso» da Ds e Margherita che si sono «appropriati» del Pd. Un progetto assai diverso da quello che stanno realizzando le «nomenclature». Applausi.

Nuovismo, ulivismo movimentista, una certa carica di antipolitica: questi gli ingredienti del pomeriggio. «Chi prima era contrario oggi si appropria del Pd», tuona Willer Bordon, pronto anche a strappare con la Margherita se i cittadini non avranno pari dignità con i partiti nella costituente. «Se ci troveremo davanti un muro di gomma da lunedì il nostro compito sarà aprire la terza area del Pd: se necessario anche in Parlamento», dice Bordon. Possibile dunque anche la costituzione di un nuovo gruppo al Senato: «Lo decideremo appena chiusi i congressi», spiega. «Se non capiscono con le buone, allora competition is competition».

«Qui ci sono quelli che sono stati estromessi dal progetto, c’è stato uno scippo», dice Manzione. E il blogger Adinolfi cita Grillo: «Verrebbe da dire dimettetevi a quelli che hanno immaginato il Pd in questo modo. Noi non lasceremo fare tutto a lorsignori: oggi nasce la terza ala».

Partiti contro cittadini: torna il vecchio leit motiv dei primi anni Novanta. Ma Di Pietro si chiama fuori: «Nel Pd non ci sono solo nomenclature che cercano una nuova legittimazione, ma tante persone che hanno fatto dell’impegno e della solidarietà l’essenza del loro agire quotidiano». Toni pacati anche da Boato: «L’Ulivo del ‘96 è stato un moltiplicatore, mentre oggi nel Pd due più due rischia di fare tre». Pannella fa gli auguri, attacca la «Vandea» del Family Day nel gelo della sala e chiosa: «Mi auguro che riuscirete a fare del Pd qualcosa di molto migliore dell’Ulivo degli ultimi mesi».