RADICALI ROMA

Bioetica, pronto il documento del Vaticano

 

Il Papa sta preparando un testo magisteriale sui temi scottanti dell’ingegneria genetica e della bioetica? In Vaticano lo vorrebbero in molti dopo il dialogo sui problemi bioetici tra il cardinale gesuita Carlo Maria Martini e lo scienziato cattolico eletto con il Pds Ignazio Marino. Le aperture vere o presunte dell’ex arcivescovo di Milano, infatti, secondo alcuni attenderebbero a questo punto una parola chiarificatrice del Papa.

 

 

Un documento dei dicasteri vaticani competenti sull’uso del preservativo da parte dei malati gravi viene intanto annunciato dal cardinale Javier Lozano Barragan. Ma tra le mura leonine, nelle università pontificie e tra i confessori, chi vorrebbe una parola del Papa pensa che non basti un documento dei dicasteri, per giunta su un tema così limitato, a fare chiarezza sull’ampia e complessa materia dell’ ingegneria genetica.

 

 

 

Non è chiaro, però, se l’ipotesi di un documento papale sia una speranza o un’aspettativa fondata e se veramente Benedetto XVI intenda dire la sua con un testo magisteriale su argomenti quali fecondazione assistita e eutanasia, condom e Aids, ingegneria genetica. Uno dei consultori del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari e la pastorale della salute è, anzi, portato ad escluderlo.

 

 

 

Il card. Barragan, «ministro della Sanità» del Vaticano spiega, dunque, che il suo dicastero sta studiando un testo sull’uso del condom da parte di persone affette da gravi patologie e che è stato il Papa a chiedere uno studio «su questo particolare aspetto». Sull’uso del profilattico Barragan non si vuole esprimere per correttezza verso gli esperti al lavoro per stilare il testo. C’è, comunque, da osservare che in passato il ministro vaticano della Sanità si è mostrato possibilista sull’uso del preservativo come «male minore», come del resto hanno fatto già prima di Martini i cardinali Georges Cottier, Godfried Danneels, Cormac Murphy ÒConnor, e il vescovo sudafricano Kewin Dowling, suscitando a dire il vero meno scalpore di quanto ha suscitato il dialogo a 360 gradi tra il cardinale gesuita e lo scienziato italiano.

 

 

 

In attesa che parli il Papa, ammesso che pensi di farlo, si sono già creati gli schieramenti dei pro-Martini e dei contro-Martini con una serie di sfumature sia sul dettaglio dei contenuti sia sull’apertura al dialogo. I favorevoli sottolineano l’importanza di cercare un terreno di confronto con la scienza su temi così importanti per il futuro dell’uomo ma anche per la vita quotidiana di tante persone e di tanti cattolici, e apprezzano lo stile di riflessione sia del cardinale sia del suo interlocutore, il cattolico doc Marino. I contrari criticano la scarsa attenzione che i due dialoganti avrebbero dato alla «dimensione unitiva» che deve esserci sempre nella procreazione, cioè in sostanza criticano che si possa anche solo pensare alla fecondazione assistita. A Martini poi rimproverano, con il suo essere possibilista sulla adozione di embrioni congelati, di accontentarsi per l’embrione di garanzie di tipo biologico, trascurando quelle familiari e culturali. Tra i critici c’è anche chi accusa il porporato di essere caduto nello scientismo e di non aver guardato alle sfide della tecnologia da una prospettiva teologica e filosofica.

 

 

 

Per una fortuita coincidenza, infine, ieri il Papa, ricevendo i vertici dei gesuiti, ha chiesto loro di perseguire nel loro impegno di «dialogare con la cultura» moderna, «fortemente» segnata dallo «scientismo positivista e materialista». Così i sostenitori del card. Martini possono sottolineare che il Papa appoggia il dialogo con la cultura e i suoi detrattori possono sottolineare che non bisogna cedere allo scientismo». Chi avrà ragione? E il Papa sarà con Martini o con i suoi critici?