RADICALI ROMA

Bocciato l'emendamento radicale per tassare le attività della Chiesa

  Lavori a rilento intorno alla Fi­nanziaria. Ma anche ieri non sono mancati litigi e polemiche all’interno della maggioranza. A portare un po’ di pepe, in particolare, è stato l’annun­ciato emendamento della Rosa nel pu­gno per tassare le attività commerciali della Chiesa. La proposta ha riacceso le tensioni fra l’anima laica e quella cat­tolica della coalizione, con l’Udeur in prima fila nella battaglia contro i radi­cali. Alla fine, comunque, l’emenda­mento della Rosa viene bocciata.

 

 

 

In serata è la volta dei capigruppo di maggioranza, che si incontrano per mettere a punto il maxi-emendamen­to che dev’essere approvato oggi in consiglio dei ministro. Alla fine l’accor­do c’è, e il provvedimento viene sdop­piato in due emendamenti da 100 comma ciascuno.

 

 

 

Tensione anche per il caso-Sicilia. Con la Finanziaria il governo ha taglia­to uno stanziamento di 330 milioni di euro destinati alla costruzione di un istituto di biotecnologia e biomedici­na. Il progetto, da realizzare in provin­cia di Palermo, avrebbe garantito sei­cento nuovi posti di lavoro, che ades­so, invece, rischiano di saltare.

 

 

 

Domani, intanto, sarà una giornata di passione per il trasporto pubblico, con oltre 20 manifestazioni in tutta Ita­lia e blocchi nel settore aereo, pubblico locale e ferroviario. Lo sciopero contro la Finanziaria è stato indetto dai sinda­cati di base, e i promotori prevedono un’adesione di circa 300mila lavoratori.

 

 

 

Nel settore del trasporto aereo, lo sciopero riguarderà il personale di volo dalle 10 alle 18 e l’intera giornata per tutti gli altri. Il blocco del trasporto fer­roviario è previsto dalle 11 alle 14, mentre nel trasporto pubblico locale l’astensione di quattro ore è decisa a li­vello locale. A Milano il servizio sarà regolare dall’inizio della giornata fino alle 18 e dalle 22 in poi. A Roma lo scio­pero dei mezzi inizierà alle 20,30 per concludersi al termine del servizio. In una nota, i sindacati di base spiegano che di rivendicare «la necessità di ridi­stribuire il reddito a favore di lavora­tori, pensionati, precari, il rilancio del­la previdenza pubblica, il no allo scip­po del Tfr, la cancellazione della legge 30 e del pacchetto Treu e il no alla guerra per l’utilizzo dei fondi delle spe­se militari a favore della spesa socia­le».

 

 

 

Dal fronte del governo, inoltre, fa di­scutere la proposta di Visco di far fal­lire i Comuni e le Regioni per tenere i conti pubblici sotto controllo e per da­re più responsabilità ai gestori degli enti locali. Una provocazione, quella del viceministro, che ha ricordato che attualmente «la legge non lo consen­te». Il nostro Paese, ha poi aggiunto Vi­sco, «attraversa una crisi molto seria» ed è perciò necessario mettere a punto riforme di sistema che facciano com­pletare la transizione sia politica sia istituzionale.