RADICALI ROMA

Campidoglio: presenti in Consiglio ma assenti al voto

ROMA (17 giugno) – Assenteismo diffuso; mancanza di numero legale frequente, consiglieri che ”timbrano il cartellino” per assicurarsi il gettone di presenza ma non ci sono quando si tratta di votare: i mali del consiglio comunale, raccontati dai numeri che siamo andati a rivedere, sono diffusi e assolutamente bipartisan.

E’ successo anche ieri mattina: la seduta del consiglio comunale è saltata per mancanza di numero legale. Emergono i problemi della maggioranza, in fibrillazione per la delicata delibera dei taxi. Ma ci sono anche le difficoltà di una istituzione in cui, anche nel 2010, c’è una lista di assenteisti importante. E c’è un fenomeno da capire: molti consiglieri sono quasi sempre presenti, ma allo stesso tempo risultano essere poco partecipi alle votazioni. Cosa significa? Viene da pensare che a molti consiglieri convenga andare in consiglio, segnarsi presente all’appello e poi disertare. Perché? Ci può essere una ragione politica: i consiglieri della minoranza, ad esempio, possono decidere di uscire al momento del voto per protesta o per stategia; ma possono esserci anche motivazioni utilitaristiche: prendo il gettone di presenza e la giustificazione per l’assenza dal lavoro, poi me ne vado. Riccardo Magi, segretario dei Radicali di Roma, che ha elaborato i dati incrociando presenze e partecipazioni al voto, osserva: «Io non faccio valutazioni, però certi dati stridono. Abbiamo analizzato 60 votazioni, per un totale di 1.867 votazioni espresse. Con una media di circa 31 consiglieri votanti per ogni 61 eletti. Bene, risulta che solo il 60 per cento dei consiglieri che rispondono all’appello iniziale esercitano effettivamente il loro diritto di voto».

In pratica: 4 su 10 di quelli che vanno a dire “presente” poi non partecipano alle varie votazioni. Il consigliere comunale riceve un salario di circa 1.680 euro mensili, ma solo se garantisce almeno 21 presenze fra consiglio comunale e commissioni. Se sta sotto quel limite, per ogni assenza perde circa 80 euro. Così, andando ad analizzare i dati emerge, ad esempio, che nel Pd Nanni nel 2010 non è mai stato assente, però non ha partecipato a 50 votazioni su 60. Quadrana della lista civica per Rutelli nel 2010 ha venti presenze su 21 sedute, però ha partecipato a solo 18 votazioni. Anche nel Pdl emergono queste anomalie: La Fortuna, ad esempio, ha partecipato a 17 sedute su 21, ma a solo 25 votazioni su 60. Spiega Umberto Marroni, capogruppo del Pd: «La partecipazione al voto non è indicativa, perché su alcuni provvedimenti facciamo ostruzionismo. E poi sulla presenza al voto facciamo dei turni in aula. E’ una battaglia, è normale che sia così. Ad esempio lo stiamo facendo sui taxi».

C’è infine il problema della mancanza del numero legale. «Nel 2010 – racconta Marroni – è successo una ventina di volte. Ma questo è l’effetto delle divisioni della maggioranza. Abbiamo a che fare con rampelliani, con Laboratorio Roma, con quelli che stanno con Piccolo…». Luca Gramazio, capogruppo del Pdl: «Sono convinto che il numero legale ieri è mancato per problemi organizzativi. E’ la prima volta che succede da quando sono capogruppo, dovremo intervenire sia con maggiore severità con chi mette in difficoltà il partito, sia con con una maggiore collegialità». Marco Pomarici, presidente del Consiglio comunale, non crede alla storia dei consiglieri comunali che vengono solo a timbrare il cartellino e poi se ne vanno: «Questa è una valutazione che può fare un giornalista. Io devo rispettare la libertà del consigliere».

Resta la lista degli assenteisti: in testa, nel 2010, su 21 sedute, Rutelli e De Luca (Pdl) con 13 assenze, seguono il sindaco Alemanno con 12 e Piccolo (Pdl) con 11.