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Cannabis, l'Ulivo corregge la Turco

Guai per il decreto che ha raddoppiato le quantità di cannabis ad uso personale innalzando la soglia tra detenzione e spaccio. Il provvedimento del ministro della Salute, Livia Turco, ha ricevuto un nuovo colpo in Commissione sanità del Senato. Ieri è passato un ordine del giorno che impegna «il governo a riesaminarlo». Un voto sorprendente, condiviso da Cdl, Margherita e Ds, compresa Anna Serafini, senatrice ds e moglie di Piero Fassino. Ventuno favorevoli, tre i contrari (Verdi e Rifondazione), un astenuto (Ignazio Marino, presidente della Commissione).

DS DIVISI — Un nuovo caso, che spacca la sinistra e riapre le ferite. Anna Finocchiaro, capogruppo dell’Ulivo a Palazzo Madama, insorge: «È un’iniziativa fuori luogo, non rispecchia la decisione dell’Ulivo che mai si era riunita su questo tema. La presidenza non era stata informata». La Serafini precisa: «Un voto in piena sintonia con ciò che Livia Turco ha sostenuto nelle ultime settimane».

L’OFFENSIVA TEODEM — La sorpresa arriva a pochi giorni dall’iniziativa sostenuta dai Dl. Cinquantuno parlamentari, in testa i teodem capeggiati da Paola Binetti, hanno preso le distanze dal decreto creando un nuovo caso all’interno dell’Ulivo. La polemica è sembrata smorzarsi quando il ministro ha raccolto la richiesta dei «contestatori» di aprire un dialogo sul tema delle tossicodipendenze in modo da affrontare l’argomento in modo più generale. E in effetti lo scorso lunedì c’era stato il primo incontro. Ieri il nuovo colpo di scena. Un ordine del giorno di iniziativa Margherita presentato da Binetti, Emanuela Baio, Giuseppe Caforio (Idv) e Daniele Bosone (gruppo per le Autonomie).

LE MOSSE DEL POLO — Racconta Cesare Cursi, senatore An in commissione: «Il giorno precedente la Cdl aveva proposto un odg che impegnava il governo a cambiare rotta sulla cannabis. Il relatore ds, Bassoli, aveva dato parere contrario. A quel punto abbiamo deciso di unirci all’iniziativa Binetti che raccoglieva le nostre istanze. Un grande successo». Il provvedimento contestato riguarda l’innalzamento delle quantità che si possono detenere senza rischiare il carcere: da 500 mg (dose stabilita dal governo Berlusconi) a 1.000 mg di principio attivo. La Turco ha spiegato la filosofia delle nuove norme: «Non vuol dire liberalizzare la droga ma evitare a migliaia di giovani di finire in prigione per qualche spinello». Il Polo chiede ora che il decreto venga ritirato, il ministro ha detto più volte di no. Ieri si trovava nel suo ufficio quando le è arrivata a metà pomeriggio la notizia dell’odg. «Sono serenissima, non voglio aggiungere altro su questa storia. Ho lavorato tutto il giorno come una bestia, come sempre. Ricordo solo l’incontro di lunedì scorso…». Non una parola sul comportamento dei suoi colleghi di partito, in primo luogo la Serafini.