RADICALI ROMA

Capezzone. «Richiesta sconcertante Parliamo di democrazia»

Sono veramente sconcertato». Daniele Capezzone, segretario dei Radicali e presidente della commissione Attività produttive della Camera, quasi non ci crede: il capo di un governo di centrosinistra, in cui siede un ministro come Emma Bonino che ha dedicato una vita alla lotta per i diritti umani, chiede la revoca dell’embargo di armi alla Cina. «E una enormità».

 

 

 

 Onorevole Capezzone, Romano Prodi sostiene che lo sblocco non cambierebbe la situazione, visto il «copioso commercio di armi da altri Paesi».

 

 «E che discorso è? Visto che ci sono dieci rapine facciamone altre quindici? Mi viene da dire che il premier è recidivo, ci provò anche da presidente della Commissione europea a chiedere la fine dell’embargo e per nostra fortuna non gli riuscì. Allora è un vizio…».

 

 

 

 Dice anche, Prodi, che i cinesi la ritengono «una discriminazione».

 

 «Ho capito, ma se dobbiamo parlare di discriminazione parliamo allora delle segregazioni e dei Laogai, i campi di rieducazione cinesi. Possibile che il nostro premier non abbia detto una parola a Putin sui temi della democrazia e dei diritti umani, non abbia mosso un dito quando Russia e Algeria hanno deciso di strangolarci sulla questione energetica, per poi annunciare un grande incontro con Ahmadinejad e chiedere la fine dell’embargo di armi alla Cina?».

 

 

 

 Ce lo dica lei: Emma Bonino, ministro radicale del governo Prodi, era in Cina gomito a gomito col premier.

 

 «A maggior ragione la richiesta di Prodi è sconcertante e grave. Mentre in modo puntuale Emma Bonino ha fatto in Cina rilievi precisi sui diritti umani, che lo stesso Prodi aveva timidamente posto alla vigilia del viaggio, adesso il premier si rimangia tutto. Mi chiedo come abbiano preso le sue parole coloro che in Cina si battono per le libertà politiche e religiose. E lo dice uno che è stato favorevole alla missione e che ritiene giusto aprirsi a quel grande mercato».

 

 

 

 E’ il prezzo dei contratti firmati tra Pechino e Canton?

 

 «No, mi pare semplicemente un errore. Siamo tutti convinti che la Cina sia una grande opportunità per le nostre imprese, detto questo però con i cinesi bisogna parlare a testa alta. Emma Bonino lo ha fatto, ha ricordato molto bene quanto i cinesi apprezzino chi si confronta con loro in modo chiaro e ha dimostrato che tenere insieme giusti rapporti commerciali e diritti umani è possibile. E Prodi che fa? A pochi metri da lei si produce in questa sortita finale, grave e sconcertante».

 

 

 

 Una richiesta del genere non andava concordata tra alleati?

 

 «Concordata o meno, a me pare una enormità».