«Ah sì? Il cardinale Camillo Ruini stabilisce che è un suicidio ciò che per la legge italiana non lo è? E come mai?». Marco Cappato, eurodeputato radicale, non riesce a digerirle le parole del cardinal Ruini. Cappato era lì, nella stanza, quella sera del 20 dicembre scorso quando il medico preparò la sedazione per Piergiorgio Welby prima di staccargli la spina del respiratore che gli soffiava aria nei polmoni tenendolo in vita.
Dice, adesso: «Per ciò che fece quella sera, il medico Mario Riccio ha subito un processo dalla giustizia italiana ed è stato assolto, da ogni accusa. Per la giustizia italiana quel gesto non è stato dunque un suicidio assistito: perché dunque lo deve ritenere tale il cardinal Camillo Ruini? Perché deve dire che non ha avuto altra scelta se non negare i funerali? ».
Marco Cappato era stato lì, nella stanza, anche prima di quella sera, a discutere con Welby e sua moglie Mina di quello che avrebbe significato il gesto del medico, una richiesta che Piergiorgio aveva avanzato addirittura al presidente della Repubblica. Una battaglia per i diritti della persona che ha sostenuto anche per Giovanni Nuvoli, l’uomo sardo che per vivere era costretto ad essere attaccato ad un respiratore, come Welby.
«Già e questa è un’altra contraddizione del Vaticano: a Giovanni Nuvoli è stato concesso un funerale religioso. Io, ovviamente, dico: per fortuna. Però al cardinale Ruini chiedo: come mai? A Nuvoli non è stato staccato il respiratore come successe a Welby, gli è stata proibita questa opportunità. Però Giovanni Nuvoli si è lasciato morire: infatti per sette giorni, tre dei quali in piena coscienza, ha rifiutato cibo e acqua. E qual è la differenza tra questa morte e quella di Piergiorgio Welby?».
Non ha dubbi Marco Cappato. «Le contraddizioni del Vaticano mi sembrano fin troppo evidenti. Ed evidenziano le difficoltà di poter portare avanti alcuni argomenti con coerenza».
Il cardinale Camillo Ruini è stato chiaro: è stato lui, personalmente, a decidere come comportarsi rispetto ai funerali di Welby. Magari la decisione per Giovanni Nuvoli è stata presa da qualcun altro… «Ma questo non cambia certo le cose», dice Marco Cappato. E spiega: «Quando parliamo di queste decisioni, intendiamo decisioni che vengono prese a certi livelli di potere Vaticano. Io so per certo che per Nuvoli il vescovo è partito dalla Sardegna per andare a Roma a chiedere cosa fare del corpo di quell’uomo».
Secondo Cappato la spiegazione alle due diverse decisioni è soltanto uno: «Ed è la politica. Nel caso di Welby il confronto politico era aperto e sotto gli occhi di tutti: è per questo che il Vaticano non ha potuto scegliere diversamente».