RADICALI ROMA

Caro Sposetti, il Pd aumenterà le cordate di potere

Arturo Parisi ha fotografato bene il clima che caratterizza i congressi dei Ds e della Margherita: «un Pd che nasce segnato dalla convenienza e non dalla convinzione rischia di diventare l’ennesimo vecchio partito». Ma è proprio la «convenienza» la molla che spinge gran parte del personale politico dei due partiti. Il leader per cui il Pd veniva confezionato, Prodi, non ha un ruolo di guida e sembra un naufrago in cerca di un relitto cui aggrapparsi. E il percorso per arrivare al Pd (si veda quel che succede nella Margherita) anziché facilitare ha reso ancora più procelloso il suo viaggio governativo.
Ho fatto questa premessa per dare un quadro di riferimento a un importante articolo sull’Unità del tesoriere dei Ds a proposito del finanziamento dei partiti e più in generale della politica. Ugo Sposetti affronta un tema centrale nella attuale situazione italiana dato che richiama temi scottanti come il costo della politica, la formazione dei gruppi dirigenti dei partiti e i caratteri di ciò che si chiama democrazia interna ai partiti. Sposetti prende spunto da un articolo scritto da uno dei leader della Margherita, Luigi Castagnetti, apparso sul Riformista, a commento della presentazione di un disegno di legge volto a dare personalità giuridica ai partiti. Proposta giustamente sostenuta anche dallo stesso Sposetti. Il quale polemizza con chi da tempo muove attacchi devastanti contro i partiti favorendo le corporazioni, i poteri forti, i padroni del vapore alla Berlusconi. Il quale con il suo ruolo pubblico (Forza Italia) e privato (Mediaset) può fare lievitare i suoi utili e impiegarli in parte anche per finanziare i partiti e la politica. Di qui l’esigenza fortemente sottolineata da Sposetti di sostenere il finanziamento pubblico per dare a tutti i cittadini, anche a chi non ha risorse, l’opportunità di partecipare all’agone politico. Giusto. Ma poi lo stesso Sposetti scrive: «negare o fornire in maniera inadeguata risorse alla politica (come nel caso italiano) significa colpire al cuore la democrazia».
Le cose stanno proprio così? In Italia non si finanzia adeguatamente la politica? I dirigenti Ds e della Margherita che progettano il Pd ancora una volta perdono l’occasione per compiere un’analisi veritiera sul costo della politica, sulle forme che ha assunto e sulle distorsioni che ha introdotto nella formazione dei gruppi dirigenti e nella vita democratica interna ed esterna alle forze politiche. I congressi dei loro partiti ne sono una testimonianza. So bene che ci sono militanti sinceramente convinti che l’approdo della vicenda politica sia il Pd. A mio avviso sbagliano ma almeno si battono per una prospettiva in cui credono. Quanti sono invece i “quadri” che pensano che il Pd è solo la continuazione di un certo modo di fare politica? Questi “quadri” non sono funzionari di partito (categoria in estinzione) ma consiglieri circoscrizionali, comunali, provinciali, regionali, assessori, sindaci, dirigenti di aziende pubbliche e semi-pubbliche, sottosegretari, tutti con i loro consulenti, assistenti, addetti stampa ed ad altre faccende. Tutti retribuiti dalla mano pubblica e in gran parte affiliati a cordate che fanno riferimento a quei capi cordata che ormai condizionano la vita dei partiti. Questo costoso sistema di finanziamento della politica andrebbe rivisto per dare invece un finanziamento pubblico visibile e riscontrabile ai partiti. Temo invece, caro Sposetti, che con il Pd aumenteranno le cordate e le cose peggioreranno.