RADICALI ROMA

Caso Welby/ Piergiorgio ha smesso di vivere

Il medico, anestesista rianimatore a Cremona, ieri notte attorno alle 23.30 ha sedato e poi staccato il respiratore dell’uomo. Ecco il suo racconto alla conferenza stampa indetta dai radicali e guidata dall’onorevole Marco Cappato: “E’ opportuno esserci. Sono anestesista a Cremona, rianimatore, nelle settimane passate, visto l’impegno da 10 anni come componente Consulta Bioetica Onlus, presieduta dal professor Mario Mori bioeticista a Torino. Sono entrato in contatto con la Coscioni e con l’on Cappato”. Welby aveva scelto il 21 dicembre perché, racconta Cappato, “aveva deciso che era ora”.

Riccio ricorda poi come si era proposto per approfondimenti subito recepiti su aspetti tecnici, medici, anche per il suo contributo. E aspetti giuridici. Cappato ha chiesto se poteva concretizzare il desiderio di Welby, non ha visto ostacoli “ritenendo diritto di Welby ampiamente riconosciuto e praticato in italia, per cui mi sono reso disponibile. Con Cappato abbiamo preparato tutto cercando di evitare pressioni sulla mia persona, eravamo pronti a partire appena Piergiorgio ce l’avesse irichiesto”.
Ed ecco le ultime ore di Welby: “Lunedì sono stato a Roma dove ho conosciuto Piergiorgio, mi ha confermato la volontà di essere staccato dal ventilatore sotto sedazione. Superati alcuni aspetti tecnici come il reperimento di una vena in cui si poteva fare la sedazione, ieri sera come Piergiorgio ci aveva chiesto, aveva ricevuto la lettera del Prof. Marino e aveva riflettuto, aveva saputo del pronunciamento del tribunale civile. Poi ieri sera gli ho chiesto se il ricorso della Procura modificasse qualcosa, ma mi ha detto che questo non cambiava il suo proponimento e desiderava la sedazione e l’interruzione della terapia”. Così è stato.
E Pannella dice: “Grazie a Welby non c’è solo un giudice, ma anche un dottore in Italia. Certo, cercheranno di fargliela pagare, ma l’avere costruito in questi 88 giorni, rispondendo a interrogativi e urgenze ogni giorno diverse, la praticabilità di un percorso che il giudice non ritiene ancora percorribile”. E se la prende con gli “idolatri e feticisiti”. E Pannella racconta: “Nel salutarlo gli ho detto: ‘Visto, ti pareva stessimo scherzando?'”. Con un’osservazione: “Non c’è famiglia in cui succedono queste cose in cui si dica al dottore: ‘Lo faccia soffrire poco’”. Perché “Se proprio non c’è più nulla da fare, in qualsiasi famiglia – di cardinali, pontefici, boia come noi – c’è chi dice: ‘dottore, lo faccia soffrire di meno'”. E conclude su Riccio: “Questa persona mi conforta. Nessuno rischia 10, 15 anni di galera per questo. Chi può giudicare i medici che sono come lui?” Carla, sorella di Piergiorgio, definisce suo fratello: “Un regista, ha guidato tutto lui”. Mina Welby non c’è, è a casa.
Cappato tira le somme, ricordando come Welby con un movimento brusco si era strappato il respiratore, sentendosi “nel braccio della morte”. E fino all’ultimo “abbiamo cercato di rifornirlo di ragioni”. Mentre Piergiorgio “si è concentrato sulla sua morte. Del resto, diceva, è la prima volta che muoio”. E a chi chiede dei giudici: “sinora non si sono interessati”.
Riccio poi racconta: “La causa della morte è stata per arresto cardiorespiratorio alle 23.40″. E chiede comprensione per lui, persona non abituata alla pressione mediatica. Però “Sono molto sereno e convinto di un percorso giuridico, etico e medicolegale. Vorrei chiarire – dice – che la sospensione del trattamento sanitario sia stata riportata al di là della sentenza del tribunale civile. Con i componenti della consulta di Bioetica abbiamo letto la sentenza, dove c’è scritto il diritto alla sospensione di una terapia”. E qui spiega: “Mi era sembrata contraddittoria nel finale, e sembrava quasi impossibile però che il diritto fosse esercitabile. Negli ospedali si sospendono le terapie e che io sappia non ci sono procedimenti della magistratura. E questo non scuote le coscienze”.
Rischi? Cappato dice: “Ogni cittadino rischia. Ma sul piano della scienza medica riteniamo impeccabile, anche dal punto di vista giuridico, di aver fatto quanto possibile per rispettare la costituzione e la legge del Paese”. Riccio parla ancora di legge: “Torno sull’argomento. Nella sentenza del tribunale di Roma si ricorda che il diritto alla sospensione delle terapie è nella Costituzione, sentenze di Cassazione, Convenzione di Oviedo, codice deontologico”. E sulla sedazione: “Era necessario trovare una vena. Non poteva essere sedato per bocca perché era difficile, per cui l’ho sedato per vena”. Spiegando anche che fino alla fine Welby ha cercato di “stare vicino ai suoi cari, per cui prima l’ho sedato e poi ho staccato il respiratore”.