RADICALI ROMA

Città Metropolitana – Magi: Firmata lista M5S, restano contraddizioni enormi. Mio voto aperto a chi prenderà impegni su elezione diretta e ruolo dei Municipi

Dichiarazione di Riccardo Magi, consigliere capitolino Radicale componente della Lista civica Marino

La mia firma alla lista del M5s per le elezioni del Consiglio della Città Metropolitana di Roma Capitale è un atto dovuto per limitare almeno in parte i danni che la legge Delrio e le successive circolari ministeriali stanno arrecando e arrecheranno all’ordinamento istituzionale, in particolare della Capitale.

Questa legge, incredibile, burocratica e frettolosa, prevede le “elezioni di secondo livello”: bella espressione per dire che non votano più i cittadini, ma i consiglieri comunali. L’aggravante è che molti consigli comunali non sono stati informati su scadenze e regole, né dotati di strumenti per poter partecipare al voto. Queste elezioni sono così state consegnate alle decisioni delle segreterie dei partiti. Nel caso del Pd, dunque, al caos delle correnti. E’ un fatto gravissimo – che come Radicali abbiamo denunciato da luglio scorso –  se si pensa al potere che avranno i nuovi organi amministrativi, ai quali pure le regioni potrebbero e dovrebbero cedere poteri legislativi.

Ma a Roma c’è un’altra questione altrettanto grave. Nel disinteresse generale, mentre tutti erano assorbiti dal toto-nomi, dal numero di donne in lista e da chi nel Pd – da vicesindaco – dovrà vigilare su Ignazio Marino, si sta consumando l’ennesimo passo indietro rispetto al disegno più volte annunciato e ancora incompleto di Roma Capitale. In questo senso la legge Delrio è probabilmente illegittima poiché assimila Roma alle altre città Metropolitane e non ne rispetta la rilevanza costituzionale. Da qui nascono una serie di quesiti fondamentali ai quali nessuno ha nemmeno provato a rispondere, visto che non c’è alcun dibattito pubblico su questa riforma, attesa da venti anni, e su questa prima consiliatura “costituente”: nello statuto si intende recuperare il suffragio popolare percorrendo la via indicata dalla legge? E come? Trasformando gli attuali Municipi in veri e propri “comuni metropolitani” dotati di reale autonomia amministrativa? C’è, inoltre, la volontà di prevedere strumenti di iniziativa popolare forti e di tutelarne l’efficacia? In tal caso, sarebbe stato e resta necessario al più presto un dibattito su questo in Assemblea Capitolina, considerato il ruolo e le competenze che i decreti attuativi per Roma Capitale le riconoscono in questo ambito. E’ infatti inaccettabile che Città Metropolitana di Roma Capitale nasca senza aver prima incardinato un percorso in Assemblea Capitolina per armonizzare Roma Capitale e Città Metropolitana.

 

Si tratta di questioni enormi che nessuno tra gli amministratori sembra voler affrontare, nè donne, nè uomini, nè gay, nè bisessuali, nè transessuali… Per parte mia il mio voto, così pesante per il calcolo ponderato previsto dalla legge, se deciderò di utilizzarlo, andrà probabilmente a chi vorrà rispondere e impegnarsi su questi punti.