RADICALI ROMA

Comune di Roma: Iervolino ”Sfida al debito comunale ed un vasto programma di investimenti, noi radicali siamo pronti a discuterne”

“Noto con piacere che, finalmente, qualcuno parla del debito pubblico del nostro Comune. Oggi sul Correre della Sera ed. Roma, l’editoriale di Bernardo Pizzetti avvalora quanto da me scritto nel comunicato stampa del 10-10-2007. Considerato che nell’Aula Giulio Cesare esistono troppi consiglieri che fanno parte del “partito unico della spesa corrente”, suggerisco all’attuale maggioranza capitolina di convocare un vertice con all’ordine del giorno: il crescente debito comunale e proposte per l’individuazione di nuovi capitali necessari  ad avviare una seria e massiccia campagna di investimenti. 

Roma ha bisogno di “liberare” molte risorse economiche per finanziare un ampio piano strategico di infrastrutture e di metropolitane. La classe politica capitolina dovrebbe discutere e proporre come incrementarne la spesa. L’associazione Radicali Roma, nel  rispetto delle generazioni future, auspica che tali risorse vengano trovate senza l’emissione di nuovo debito ma attuando una riduzione netta della spesa corrente (accorpamento dei dipartimenti, rivalutazione delle spese collegate e liberalizzazione dei servizi pubblici) e continuando la lotta all’evasione fiscale.”

 

Di seguito viene riportato l’articolo di oggi del Corriere della Sera ed. Roma  e il comunicato di Massimiliano Iervolino del 10/10/2007.

 
 
 
 

13/10/2007

LA SFIDA DEL DEBITO

Corriere della Sera ed. Roma pag 1 di Bernardo Pizzetti.

 

Ridurre il debito è una priorità del Paese, ha detto il sindaco in qualità di futuro segretario del Partito Democratico, perché tale riduzione è necessaria per liberare risorse altrimenti indisponibili per generazione future. Argomento ineccepibile e dotato di una lungimirante visione del futuro. Ma sugli italiani oltre al debito nazionale, pesano i debiti locali ed ora dovrò annoiare il lettore con un poco di cifre perché, sebbene fredde, contengono sempre interessanti elementi di riflessione. Il debito del Comune di Roma è aumentato dai 6 miliardi di euro del 2002 ai 6,5 di oggi e, secondo le analisi dell’agenzia di raiting Fitch, aumenterà fino a 7.5 miliardi nel 20011.  Significa che, a partire da quella data, su ogni cittadino, neonati compresi, graverà un debito di circa 2.800 euro a testa contro i 2.400 di adesso. Fanno 7.600 euro a famiglia. Mi chiedo come sarà possibile affrontare una situazione del genere per la prossima generazione politica che sarà chiamata ad amministrare la città e quali ricadute ci saranno in termini di erogazione e di servizi. Forse è bene iniziare a concentrarsi sulla qualità e l’efficienza della gestione delle entrate e delle spese, evitando le ormai trite lagnanze sulle risorse cha mancano.

A questo proposito può risultare illuminante la lettura di un documento, altrimenti oscuro, quale la relazione dei revisori del Comune sul Bilancio 2006. Dalle parole assai allarmate dei revisori emerge che la gestione del patrimonio immobiliare del Comune di Roma sia particolarmente critica, per quello che riguarda la percentuale di morosità degli affitti che, nel 2006, è giunta al 54% (cioè circa 57 milioni di euro non riscossi l’anno).  Il dato cumulato delle morosità raggiunge i 202 milioni di euro nel 2006 a fronte dei 145 del 2002 e, sempre i revisori, reputano grave la situazione perché c’è il rischio dell’estinzione di questi crediti. Per inciso, potrebbe essere interessante sapere a chi e perché è consentito non pagare i canoni di affitto già di per sé non particolarmente onerosi e sapere se i cittadini romani debbano continuare a finanziare oltre all’aumento del debito anche questi comportamenti.  Il doveroso recupero dell’evasione è lo strumento che ha consentito al governo di accumulare il famoso “extra gettito” che ha finanziato, fra le altre cose, il recente accordo sul malfare approvato da oltre 4 milioni di lavoratori con un referendum.

Ridurre il debito è la priorità del Paese. Lo è anche per Roma?

 
 

10/10/2007

Comune di Roma, Iervolino: “Approvare la delibera sul registro delle unioni civili e liberare nuove risorse per gli investimenti, queste sono le nostre priorità.”

 
 
Dichiarazione di Massimiliano Iervolino, Segretario dell’Associazione Radicali Roma e primo firmatario della proposta di delibera di iniziativa popolare sul Registro delle Unioni Civili a Roma a margine della conferenza stampa che si è tenuta oggi presso la sede del Partito Radicale.
 

“Sono passati più di venti giorni da quando, insieme a Rita Bernardini, Segretaria di Radicali Italiani, ho chiesto un incontro urgente al Sindaco di Roma Walter Veltroni, ma non abbiamo ricevuto ancora alcuna risposta.

Innanzitutto, come più volte dichiarato, reputo quantomeno auspicabile un nostro coinvolgimento nei processi decisionali del Comune tenuto conto che noi radicali facciamo parte della maggioranza di centro sinistra che governa la nostra città. Inoltre in questi giorni ho sentito il bisogno di chiedere un colloquio urgente al Primo Cittadino, incontro che sarebbe opportuno e necessario fissare prima del 14 ottobre, data durante la quale si terranno le primarie del Partito Democratico. I 10.263 firmatari della delibera popolare, i sostenitori delle varie associazioni che compongono il comitato promotore e soprattutto i cittadini italiani hanno diritto, in vista di quell’appuntamento, di conoscere (per deliberare!) la posizione del Sindaco sui diritti civili, soprattutto perché questo tema così cruciale nella singolare realtà italiana non ha costituito oggetto di dibattito tra i candidati alla segreteria del PD. Ricordo che il 5 giugno sono state depositate in consiglio comunale le firme per la delibera di iniziativa popolare sul Registro delle unioni civili e ad oggi il Comune non ci ha ancora fatto sapere nulla ed il Presidente del Consiglio Comunale, Mirko Coratti, non ha ancora inviato la delibera alle commissioni competenti. E’ urgente sottolineare che il Consiglio Comunale ha l’obbligo statutario di discutere e votare la nostra delibera entro e non oltre il 5 dicembre.

Un’ulteriore ragione che ci ha spinto a richiedere un incontro con Veltroni ha a che vedere con il declassamento da parte dell’agenzia di raiting Fitch dell’outlook del Comune di Roma da stabile a negativo. Una previsione di debito comunale che salirebbe nel 2011 a 7.5 miliardi di euro ed il finanziamento delle spese tramite entrate “una tantum” preoccupano non solo l’agenzia ma anche noi radicali. A parte qualche comunicato dell’opposizione e della maggioranza non si è aperto un vero confronto sulla necessità ed i modi di liberare nuove risorse da investire sui trasporti e sulle infrastrutture di cui tanto la nostra città sente il bisogno. Riteniamo importante che tutto ciò vada fatto senza ricorrere ad emissione di nuovo debito, ma attraverso una riduzione sostanziale della spesa corrente e la vendita di quelle società in house che ogni anno portano via parecchi milioni di euro dalle casse del Comune. Tenendo conto che i trasferimenti da parte dello Stato e della Regione Lazio ormai da anni diminuiscono in maniera sempre più consistente e visto che le entrate per compensare il minor gettito erariale vengono dal recupero dell’ICI non pagata e dalle alienazioni, mi sembra importante discutere su come accelerare la fase degli investimenti senza ricorrere a nuovo debito ma razionalizzando le spese. Timidi passi sono stati fatti in questi anni sia sul versante della spesa corrente sia sulle società partecipate, ma come radicali chiediamo che venga fatto molto di più.

Se Veltroni non ci volesse ricevere per rispondere alle nostre domande e per capire cosa i radicali propongono per il governo delle città, come Associazione Radicali Roma siamo pronti a raccogliere le firme su un pacchetto di interrogazioni popolari sui temi dell’economia, de
lla trasparenza e della spesa comunale. “

 

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