di Fulvio Fiano, pag. 7, ed. Roma – La condanna di Franco Fiorito è il primo punto fermo di uno scandalo che ha travolto l’intera Regione Lazio, e non solo. Altri tre fascicoli sono aperti in Procura. Uno in chiusura, sull’ex capogruppo dell’Idv, Vincenzo Maruccio, accusato come il suo omologo di peculato. Un altro (che vede indagati anche l’ex presidente del Consiglio regionale, Mario Abbruzzese, e la moglie di Gianni Alemanno, Isabella Rauti) sulla nomina di Nazzareno Cecinelli a segretario generale, col sospetto che avesse il compito di agevolare il «sistema» delle spese senza controllo dei consiglieri. E infine quello sui colleghi di partito di Fiorito e le fatture false per gonfiare i rimborsi. Tredici nomi, tra cui Romolo Del Balzo, Carlo De Romanis, Chiara Colosimo, Lidia Nobili, Andrea Bernaudo, Giancarlo Miele, Francesco Battistoni. In questi giorni verranno interrogati.
Una vicenda che comincia un’estate fa. Nel gruppo Pdl alla Pisana si litiga sulla sfiducia votata al capogruppo Franco Fiorito da Anagni. L’ex sindaco della cittadina dei tre papi, accusa: «Mi fanno fuori perché vogliono più soldi per le loro spese». Il successore di Fiorito, Battistoni, presenta denuncia in Procura per lo stato in cui a trovato il bilancio del gruppo. E una relazione di Bankitalia certifica l’esistenza di spese senza giustificativo, strani movimenti dai conti del Pdl a quelli – almeno lo dell’uomo che li gestiva. Negli stessi giorni i Radicali squarciano il velo degli esorbitanti costi del consiglio regionale tra rimborsi, stipendi, indennità.
Il 21 settembre Fiorito viene interrogato, da indagato per peculato, la prima volta. Sette ore in cui gli viene chiesto dei conti in Spagna, dell’acquisto pronto cassa di un suv nel giorno della nevicata nel febbraio 2010, dei viaggi all’estero con Samantha, la fidanzata. L’uomo ribattezzato Batman, tra sfottò e leggenda paesana, dice «così facevano tutti». Accusa gli altri componenti del gruppo, ne descrive vizi, eccessi, sperperi. Dice che c’è un accordo tra i vertici della Pisana, governatrice Polverini inclusa, per aumentare i fondi ai partiti senza controlli. Tutti i gruppi, tra tante approssimazioni, pubblicano on line i bilanci. Milioni di euro spesi in una definizione molto larga di «attività politica». Dalle cene di lusso, ai convegni su temi di nessun interesse. E poi cravatte, vini, feste in costumi d’epoca.
Il 2 ottobre Fiorito viene arrestato. Resta a Regina Coeli tre mesi, altri due ai domiciliari. La Polverini si dimette a dicembre, i consiglieri passano per legge da 70 a 5o, le Procure di mezza Italia smascherano abusi simili.
Ieri la condanna di «Batman». Altre ne potrebbero arrivare.