RADICALI ROMA

Corriere.it – Emma Bonino: «Giachetti non dia per scontato il nostro appoggio»

di Ernesto Menicucci

È in partenza per l’America, ma prima di salire sul volo Emma Bonino ha un paio di «cosette» da dire su Roma. Su Giachetti, sull’appoggio non scontato dei Radicali, sulle visite a Marco Pannella, su qualche «sassolino» che gli è rimasto nelle scarpe dal 2010, quando si candidò alle regionali del Lazio e – pur riportando 115 mila voti in più a Roma città – perse contro Renata Polverini, che invece fece il pieno nelle province.È in partenza per l’America, ma prima di salire sul volo Emma Bonino ha un paio di «cosette» da dire su Roma. Su Giachetti, sull’appoggio non scontato dei Radicali, sulle visite a Marco Pannella, su qualche «sassolino» che gli è rimasto nelle scarpe dal 2010, quando si candidò alle regionali del Lazio e – pur riportando 115 mila voti in più a Roma città – perse contro Renata Polverini, che invece fece il pieno nelle province.
Signora Bonino, che effetto le fa questa campagna elettorale romana?
«C’è un aspetto, che non mi stupisce ma mi sconforta. Roma è ostaggio di una resa dei conti nei partiti, a destra e a sinistra. C’è forse qualcuno che si occupa della città, dei suoi problemi, dei suoi cittadini, qualcuno che abbia una visione? Roma è una città bellissima ma sfiatata e chi la governa deve occuparsi dai topi alla sua dimensione mondiale…».
Esempio delle cose di cui non si parla?
«La misteriosa questione del debito pregresso. Solo nel 2013 abbiamo scoperto che era di 22 miliardi, ma nessuno ci dice cosa intende fare. Poi Mafia Capitale, che non ha mostrato solo la saldatura tra criminalità e politica, ma messo in risalto i problemi su accoglienza, integrazione, servizi sociali e servizi pubblici. Tolto di mezzo Buzzi, cosa si intende fare?».
Voi cosa potete fare?
«Noi Radicali siamo un valore aggiunto in termini di discontinuità e di buona amministrazione. Lo abbiamo dimostrato ovunque siamo stati: con Riccardo Magi al Comune, e se Marino lo avesse ascoltato di più sarebbe stato meglio. Ma in precedenza anche al consiglio regionale del Lazio, dove i nostri due eletti hanno messo il dito nella piaga dei rimborsi ai gruppi e sono stati “premiati” da Zingaretti con la non-ricandidatura».
Quella decisione del governatore non le è proprio piaciuta.
«Non ha distinto tra torti e meriti. Di quel consiglio, qualcuno del Pd è finito in Senato, qualcun altro è andato a fare il sindaco (Esterino Montino, a Fiumicino, ndr). I nostri sono andati a casa».
Con Giachetti state parlando?
«Il dialogo, finora, non si è concretizzato. Ma passati gli strascichi delle primarie, spero che si possano mettere giù due o tre punti. Ma per far questo, l’interlocutore di Giachetti è Magi».
Primo punto?
«La partecipazione dei cittadini alle decisioni. Guardi, io sono stata a favore dell’Expo, e non sono pregiudizialmente contraria ai grandi eventi. Ma sulle Olimpiadi i romani vanno interpellati».
E se Giachetti non lo fa?
«Vediamo. Come ho già detto, per la sua tenuta e la sua storia è il candidato più indicato. Ma non ci siano scontatezze. Noi e lui non siamo sovrapponibili».
Il vicepresidente della Camera fa molto leva sul passato da Radicale. E ha anche portato il premier Renzi da Pannella.
«Solo un pirla potrebbe pensare che una visita possa portare voti. E poi tra Giachetti e Pannella c’è sempre stato un ottimo rapporto. Credo che l’ultimo Capodanno lo abbiano passato insieme, in carcere».
Lei è stata ministro del governo Letta. Dal famoso «Enricostaisereno» ha più sentito Renzi?
«No, nessun contatto. L’ultima telefonata è quella del febbraio 2014, quando mi disse che non mi confermava l’incarico».
Giachetti radicale se lo ricorda?
«All’epoca ero più impegnata in Europa. Ma i temi della giustizia giusta e dei diritti non li ha abbandonati».
Nella «contaminazione renziana», invece, cosa ha perso Bobo?
«Ha una posizione poco chiara sulle municipalizzate e i servizi pubblici. Noi siamo per una liberalizzazione, contro interessi corporativi e clientelari».
Se chiuderete un accordo, ci sarà una vostra lista a sostegno di Giachetti?
«A me piacerebbe che fosse “Radicali e federalisti”. Tra Città Metropolitana e ruolo dei Municipi, quello del federalismo è un tema concreto».
A distanza di tempo, che idea si è fatta delle Regionali 2010?
«Che lo zoccolo duro del Pd più consociativo, specie nei territori, fu un vero ostacolo».
Sta dicendo che un pezzo di centrosinistra votò la Polverini?
«Lo dicono i dati… Ma mal gliene incolse, mi sembra. Se questa volta se lo ricordano, forse è meglio».