RADICALI ROMA

Dichiarazioni Alfano prefigurano sanzioni UE: siano i comuni a rispettare legalità con con progetti e risultati monitorati su inclusione

“Le dichiarazioni del ministro Alfano sui campi rom, oltre a denotare una certa confusione sull’argomento, prefigurano già sanzioni da parte dell’Europa”. Lo dichiarano in una nota congiunta Riccardo Magi, presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma, e Alessandro Capriccioli, segretario di Radicali Roma. “Tanto per cominciare, il ministro sembra ignorare che una buona metà dei rom che vivono sul nostro territorio hanno la cittadinanza italiana, di tal che le paventate espulsioni altro non sono che parole completamente prive di senso. Così come non ha alcun senso”, proseguono Magi e Capriccioli, “la prospettiva di stipulare un ‘patto’ coi rom, come se le condizioni in cui essi vivono fossero frutto della loro volontà, e non di una strategia di segregazione pluridecennale che li ha ridotti in condizioni di marginalità sociale attraverso la costosissima quanto inefficace politica degli sgomberi e dei campi, a tutto beneficio di chi ha potuto lucrarci sopra, come l’inchiesta ‘mafia capitale’ ha dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio. Ma soprattutto appare del tutto infondato il richiamo alle supposte indicazioni dell’Europa, che al contrario, in presenza di interventi pensati su base etnica, potrebbe individuare ancora una volta una condotta discriminatoria da parte del nostro paese. La UE, del resto, non ci ha mai chiesto di ‘smantellare’ i campi attraverso fantomatici ‘patti di legalità’ stipulati ad hoc con i rom, ma piuttosto di superarli mediante reali percorsi di inclusione con tempi e modalità stabiliti e monitorati che dovrebbero essere messi in campo proprio dai comuni, ai quali tuttavia il ministro non fa il minimo cenno. Percorsi di inclusione”, concludono Magi e Capriccioli, “che stiamo proponendo ai cittadini romani attraverso le delibere di iniziativa popolare accogliamoci.it, affinché proprio dalla capitale possa iniziare una nuova strategia di integrazione in linea con quelle già adottate con successo in altri paesi europei. Perché su un punto Alfano ha ragione: i numeri non sono enormi. Il che, se possibile, mette in luce in modo ancora più impietoso l’incapacità sin qui dimostrata dalla politica nell’affrontare la questione”.

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