«Il programma è il punto di partenza delle alleanze, non di arrivo». Dice Veltroni, nel loft di piazza Sant’Anastasia, che sì il Pd correrà da solo a livello nazionale ma, al tempo stesso, non si escludono accordi a livello locale. Solo che Pdci, Verdi e Sinistra democratica di buon mattino hanno già alzato la voce: «Il Pd vuole correre senza alleati anche a Roma? Noi non saremo l’alleato subalterno». La risposta di Veltroni, qualche ora più tardi, è semplice: «Ci si allea sulla base del programma». Chi vorrà, dovrà prima accettare il progetto. Intanto alcune certezze arrivano: Bettini sindaco? «Per carità di Dio», sorride lui. E Franco Frattini sarà l’asso del centrodestra? L’ex ministro usa quasi le stesse parole di Bettini: «Per carità, assolutamente no…». «Io mi candiderò al Campidoglio», proclama Vittorio Sgarbi. E con chi? «Con il fronte della Libertà», che poi sarebbe una non meglio precisata «costola della Cdl». La Rosa nel pugno con Quadrana candida «Emma Bonino sindaco di Roma». Parole, proclami, polemiche: ciò che è certo, al momento, è che sulla politica romana non vi sono certezze.
Potrebbe essere l’ultima settimana di Veltroni sindaco: il 4 febbraio potrebbe essere l’ultimo giorno utile per le dimissioni che eviterebbero un anno di commissariamento. Brutto clima, in consiglio comunale. Di certo, la sinistra scalpita: Veltroni? Dichiarazioni demagogiche; l’Udeur? Fuori dalla coalizione anche nel governo di Roma. Esattamente, i capigruppo di Prc Adriana Spera, di Pdci Fabio Nobile, di Sd Roberto Giulioli e dei Verdi Nondo Bonessio, dicono di sentirsi «lontani e preoccupati dalle dichiarazioni demagogiche di alcuni dirigenti nazionali del Pd che denotato una visione della sinistra come possibile alleato subalterno a livello locale e tagliato fuori dall’alleanza nazionale. Siamo altresì convinti che la formazione Moderati per Veltroni, ora Udeur, sia oggettivamente fuori dalla coalizione fino a quando i suoi componenti non si dissociano con chiarezza dalle scelte politiche fatte a livello nazionale dalla stessa formazione».
L’attacco a Veltroni è chiaro e diretto: «Avremmo ad esempio apprezzato – aggiungono – che oltre alle sedute di giunta, o alle conferenze stampa sul rugby, il sindaco avesse avuto l’accortezza e la sensibilità di incontrarsi con la sua maggioranza anche per fornire un quadro reale delle sue opinioni».
E, come se le tensioni non bastassero, ora la sinistra estrema attacca il sindaco anche in merito alla sezione della Garbatella, luogo storico del partito visto che è lì dal 1944: il segretario di Sd di zona ha scritto una lettera a Veltroni. In sintesi, dice che i patti si rispettano e quel villino deve andare a Sinistra democratica.
Vicenda importante, certo, ma forse, al momento, il centrosinistra – romano e nazionale – potrebbe anche preoccuparsi d’altro. Lo conferma, indirettamente, il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Pino Battaglia: «Lavorare per Roma fino all’ultimo giorno…».