RADICALI ROMA

Famiglia, «Avvenire» boccia i Ds «Era meglio il Pci anti radicale»

  Avvenire, il quotidiano dei vescovi, va all’attacco dei Ds, già Pds, già Pci. Una pagina intera, ieri, intitolata «Ds & famiglia. i conti con la realtà», che parte dall’approvazione da parte del Partito comunista dell’articolo 29 della Costituzione (“La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”). E arriva alla candidatura e ricandidatura, nelle file ds, di Franco Grillini, storico leader del movimento gay. Una traversata oceanica fra lidi opposti.

 

 

 

 Il percorso di Pier Luigi Fornari, autore dell’articolo, prende avvio dalla Costituente, quando il Pci vota per la famiglia. Nei primi anni ’60 sulla rivista di partito Vie Nuove Luigi De Marchi, pioniere e promotore del controllo delle nascite, viene definito «novello Nerone», uno che «incita i giovani all’orgia per cantare beffardo sulle rovine della città». Ma dove è finito quel Pci? Oltre dieci anni più tardi c’èil giro di boa antifamiliare», il disvelamento: Berlinguer rivendica come «voti di progresso» quelli che confermano le leggi sul divorzio e sull’aborto e attribuisce il merito «alle donne e ai comunisti». Con un altro saitosi arriva al 1998, quando Livia Turco, ministro della Solidarietà sociale, propone «un patto ai cattolici», che «più che un patto aveva tutta l’apparenza di un ricatto: aiuti alla famiglia sì, ma a condizione di dare riconoscimento legale alle unioni di fatto», si arriva poi al referendum sulla fecondazione artificiale, 2005, e finalmente a Grillini, deputato ds, “per il quale il riconoscimento delle unioni tra omosessuali costituisce il primo passo verso il matrimonio gay”. Il succo amaro che Avvenire distilla è questo: «Per i dirigenti del Pci la promozione della famiglia, la mano tesa ai cattolici nel primo dopoguerra rappresentava solo una ‘svolta tattica’». Per accrescere i consensi.