RADICALI ROMA

FARMACAP, Magi: Basta buttare soldi. Azienda torni a operare nell'interesse dei cittadini o si vendano licenze

Dichiarazione di Riccardo Magi, consigliere capitolino Radicale eletto nella lista civica Marino
Quando il 6 marzo scorso abbiamo votato i bilanci di Farmacap degli esercizi 2010, 2011, 2012 e (nella stessa delibera n. 8/2014) la destinazione di 15 milioni di euro per il ripiano delle perdite, sono stato l’unico in assemblea Capitolina a votare contro perchè ritenevo un gesto irresponsabile nei confronti dei cittadini romani gettare altri milioni di euro in quell’azienda in assenza di un piano industriale.
In quel momento non era ancora stato nominato il commissario per Farmacap e osservai che non era chiaro il percorso politico e amministrativo che si intendeva seguire. Si è perso molto tempo nell’affrontare con coraggio questa come altre situazioni preoccupanti delle aziende capitoline su cui l’amministrazione aveva perso il controllo e non lo ha ancora recuperato.
In quella delibera si dava “indirizzo all’Azienda di presentare entro tre mesi un nuovo Piano industriale che preveda il conseguimento già nel 2014 di uno stabile equilibrio economico-finanziario aziendale, al fine di assicurare la salvaguardia degli equilibri di Bilancio complessivi di Roma Capitale”. I tre mesi sono trascorsi, un piano industriale credibile non c’è e nemmeno una decisione chiara e responsabile sull’azienda e su come sia meglio utilizzare le risorse di tutti i romani in un momento in cui il principale obbiettivo della città è il risanamento. Non c’è neanche un bilancio del 2013.
La finalità per cui è nata Farmacap – al di là dei servizi,  peraltro in buona parte sospesi o inutilizzabili, che possono essere offerti internalizzandoli se ritenuti necessari – è quella di portare il servizio delle farmacie a fasce di popolazione disagiate e svantaggiate e in zone in cui non arriva il servizio privato. Ma come abbiamo dimostrato con la mappa di Opencampidoglio.it  la loro localizzazione non risponde alla missione dell’azienda, trovandosi le farmacie quasi sempre a poche decine o centinaia di metri da altre farmacie, e non offrendo servizi agevolati a quelle fasce di popolazione. O si valuta che sia possibile e doveroso riportare l’azienda al suo compito originario oppure la cosa migliore nell’interesse pubblico è la chiusura dell’azienda e la vendita delle licenze.