RADICALI ROMA

Ferrara: l'interruzione di una gravidanza è un omicidio perfetto

«Le interruzio­ni di gravidanza sono un omi­cidio perfetto. Punto». Il diret­tore de Il Foglio, Giuliano Fer­rara, lancia concretamente la sua moratoria sull’aborto. Lo fa al teatro Dal Verme di Mila­no davanti a una platea di milleduecento spettatori. Applau­si entusiasti di un pubblico che vede tra le sue fila espo­nenti di Forza Italia come il governatore Roberto Formigoni e la coordinatrice regio­nale Mariastella Gelmini. Or­ganizzatore dell’evento il co­ordinatore nazionale, Sandro Bondi. Non sono mancati, pe­rò, i fischi di due femministe, allontanate dai vigilantes al grido: «La libertà di scelta spetta a noi». In strada la pro­testa dei Radicali.

 

 

 

Ore 18.30 di ieri sera. Ferrara legge per la prima volta il testo completo della morato­ria indirizzata al segretario ge­nerale dell’Onu, Ban Ki-Moon. Un discorso da cinquanta minuti, una su tutte la richie­sta: «Inserire nell’articolo 3 della Dichiarazione universa­le dei diritti dell’uomo un inci­so in cui viene specificato che ogni individuo ha diritto alla vita dal concepimento fino alla morte naturale». Nel miri­no del giornalista ci sono so­prattutto le politiche in atto in Cina («C’è il rischio di abor­ti, incentivati e anche coatti­vi, per decine di milioni di na­scituri in nome di una pianifi­cazione familiare e demografi­ca di Stato»), in India («Sono state eliminate prima della na­scita milioni di bambine per una selezione sessista») e nella Corea del Nord («n ricorso alle interruzioni di gravidan­za tende alla radicale elimina­zione di ogni forma di disabili­tà»).

 

 

 

Al termine della lettera de­stinata alle Nazioni Unite, pe­rò, il direttore de II Foglio fa riferimento anche alla realtà italiana: «La legge 194 è un compromesso che deve esse­re applicato tutto — sottoli­nea —. In trent’anni le cose sono cambiate: la decisione sull’aborto si è trasformata da legale a legittima, per diventa­re moralmente indifferente. Tutto ciò è intollerabile».

 

 

 

Adesso Ferrara spera nella nascita di comitati a sostegno della moratoria. «Mi auguro che accada anche all’interno del Pd e che Silvio Berlusconi esca dalla forma di riserbo che sta tenendo su una que­stione importante come que­sta». Non fa attendere il suo commento, invece, il governa­tore Roberto Formigoni: «Ab­biamo assistito a una grande lezione di logica — dice —. Sono state espresse ragioni che invitano al dialogo, non allo scontro». Dura la replica a Ferrara del ministro alle Po­litiche europee Emma Bonino: «La moratoria mi pare una provocazione strumentale — attacca —. Un dato di di­sonestà intellettuale che disto­glie l’attenzione da temi come il testamento biologico e la pillola RU486 (per l’aborto far­macologico, ndr)».

 

 

 

Domani sera intanto nella sede de II Foglio ci sarà una veglia «per difendere la liber­tà di parola del Papa».