RADICALI ROMA

Bene messa a gara concessioni di Ostia, ma ci sono punti critici

“La decisione dell’Amministrazione capitolina di mettere a gara le concessioni balneari – il cui regime di proroga è in scadenza il 31 dicembre – è una buona notizia soprattutto perché sancisce, con una scelta amministrativa, la discontinuità con una politica di governo del demanio marittimo inaccettabile e anacronistica, votata alle clientele e contraria all’interesse pubblico. Lo abbiamo chiesto per anni e con maggiore insistenza proprio in questo difficile momento in cui è giusto tentare di ricavare dai beni pubblici la maggior utilità a beneficio di tutti” così in una nota Leone Barilli e Francesco Mingiardi, rispettivamente segretario e presidente di Radicali Roma.
“Proprio poche settimane fa avevamo inviato la nostra diffida alla Sindaca che andava esattamente in tal senso. Ora dobbiamo dare atto che qualcosa di importante è finalmente accaduto, tuttavia constatiamo la mancata tempestiva preparazione di questo importante passaggio e la conseguente scelta di strutturare la gara per un periodo di soli cinque mesi. Quanto previsto nel bando presenta inoltre una serie di punti critici. Se molto opportunamente viene premiata la rimozione di barriere e cancelli, questa misura rischia di essere solo di facciata proprio in ragione della scarsa premialità di una gestione di pochi mesi. È stata persa anche l’occasione di adeguarsi alla norma regionale che sancisce l’equilibrio tra spiagge libere e spiagge in concessione. La previsione che impedisce la partecipazione a chi abbia commesso abusi, poi, riguarda solo quelli commessi negli ultimi due anni, per i quali l’accertamento sia passato in giudicato: praticamente parteciperanno tutti. Poco chiara infine la definizione di cosa esattamente verrà messo a gara, anche in ragione del fatto che l’Agenzia del Demanio dovrà preventivamente ispezionare quanto sarà acquisito al patrimonio demaniale.
Insomma, le scelte fatte verosimilmente garantiranno la vittoria agli attuali concessionari per ora, ma il principio rimane. Ora stiamo a vedere quanta parte della politica avrà il coraggio di rivendicarlo”.