RADICALI ROMA

Il 4 ottobre a Roma Incontro segreto a piazza dcl Gesù: i cattolici dei Poli riuniti nel segno di Ruini

C’erano tutti. I Teodem di Enzo Carra, Luigi Bobba e Paola Binetti e i Teopop di Pierluigi Castagnetti, i cattolici dell’Udc con Pier Ferdinando Casini, Lorenzo Cesa, Luca Volontè e Carlo Giovanardi e i «berluscones» devoti come Sandro Bondi ed Elisabetta Gardini, i ferventi di An alla Maurizio Gasparri e persino i cristiano sociali del diessino Mimmo Lucà. Riunione trasversale e riservatissima, quella che si è tenuta nel tardo pomeriggio di mercoledì 4 ottobre in piazza del Gesù a Roma. Il luogo evoca il tempo in cui i cattolici militavano tutti sotto le stesse insegne, quelle della Dc, ma non è a palazzo Cenci Bolognetti che gli uomini (e le donne) di fede e di politica si sono dati convegno, bensì a palazzo Altieri, nel salone di rappresentanza della Banca popolare di Verona.
 
L’invito, spedito a senatori e deputati cattolicissimi dei due poli, è partito dalla Fondazione Giuseppe Toniolo, centro culturale dell’Università cattolica di Milano. I politici, rimasti fuori dalla porta del quarto Convegno ecclesiale nazionale di Verona, hanno protestato e così la Cei è corsa ai ripari promuovendo l’incontro romano. Con un doppio obiettivo, riavviare un «rapporto sereno» tra Chiesa e politica e rinsaldare l’asse trasversale in vista di future battaglie parlamentari, dai Pacs all’eutanasia.
 
Sarebbe stato meglio se avessero mandato un cardinale…» si lamentava lasciando l’incontro un autorevole deputato del centrosinistra, evidentemente deluso perché nessuno tra gli «emissari» di Ruini — il portavoce della Cei monsignor Claudio Giuliodori e il presidente della Fondazione Toniolo Adriano Vincenzi — indossava la porpora. Tra i relatori Claudio Gentili, direttore della rivista La Società, l’ex presidente dell’Azione cattolica Paola Bignardi (che come Paola Binetti è membro della Giunta del Convegno ecclesiale di Verona) e il filosofo dell’università di Venezia Vittorio Possenti, collaboratore di Avvenire. E’ lui a lanciare l’invito al dialogo con una relazione sul «bipolarismo dolce» e i principi non negoziabili, dalla tutela della vita al riconoscimento del matrimonio.
 
 La polemica esplode quando il ds Lucà dà voce all’imbarazzo dei presenti per l’esclusione dei politici da Verona: «Siamo stati convocati qui, in una sede separata, quasi di nascosto… Che segnale date agli italiani? Che la politica è una cosa indegna? Avete dimenticato la lezione di Paolo VI, secondo cui la la politica è la piu alta forma di carità?». Anche il vicepresidente della Camera Pierluigi Castagnetti è amareggiato e non lo nasconde: «E’ strano che a Verona ci siano tutti i cattolici ma non i parlamentari, come se far politica fosse una diminutio». Pier Ferdinando Casini piega vistosamente la testa, più volte, in chiaro segno di assenso. Forse incoraggiato dal sostegno dell’ex presidente di Montecitorio, Castagnetti attacca, rimprovera ai colleghi del centrodestra di aver trovato nella precedente legislatura «mille ragioni per rendere negoziabile il valore della pace», cita il Libro della Sapienza, sprona la Chiesa a occuparsi meno di embrioni e più di giustizia sociale. E l’ex ministro Carlo Giovanardi si spazientisce: «Non ho letto nel Vangelo che Cristo abbia mai organizzato riunioni  sui problemi sindacali dei pastori dell’Alta Galilea». Come a dire che Gesù si occupava della vita eterna e non di questioni contingenti. «La Chiesa — sferza il deputato dell’Udc — non è la Cgil. Occupiamoci piuttosto della scristianizzazione del nostro Paese». Un tema che sta a cuore anche all’azzurro Angelo Sanza, autore, racconta uno dei convenuti di piazza del Gesù, di una «sparata contro gli invasori islamici». 
 
Strizzatine d’occhio e garbati colpi bassi, riflessioni alate sulle responsabilità dell’Occidente nel conflitto israelo-palestinese e appelli al dialogo bipartisan. Sandro Bondi, ispirato dall’incontro del 4 ottobre, sta scrivendo una lettera aperta a Binetti e Bobba, qualcosa come «cari fratelli, abbiamo il dovere di cercare convergenze su valori comuni…». Negli atti dell’incontro l’intervento del coordinatore azzurro sarà citato per il breve excursus personale su come fece, in gioventù, a conciliare cristianesimo e comunismo, ma anche per l’appello trasversale: «La coerenza sui valori deve venire prima della coerenza di partito». Carra, leader dei Teodem, non respinge l’appello e spera che la politica «torni a rappresentare quella mediazione da cui, in altri tempi, la Chiesa ha  tratto giovamento». All’ora di cena è tutto finito, escono Antonio Rusconi, Giampaolo Fogliardi ed Emilio Delbono della Margherita, saluta anche Luisa Capitanio Santolini dell’Udc e tra i parlamentari della Cdl si forma un capannello. «E’ giusto che Verona non sia una passerella di politici — osserva velenosetto Giovanardi —, ma soprattutto di gente che dalle associazioni cattoliche aspira a entrare in Parlamento, sulle orme di Monaco, Binetti e Bobba…».