RADICALI ROMA

Il Messaggero (Cronaca di Roma) – Campidoglio, battaglia sulle società in vendita: maggioranza spaccata

di Fabio Rossi

Da Farmacap alle partecipate di Ama e Atac: dubbi e paletti dei consiglieri sul piano di dismissione: «Serve responsabilità»

LA MANOVRA  Ignazio Marino lo aveva detto già durante le trattative con il Governo per il piano di rientro: al Campidoglio deve restare la proprietà soltanto delle aziende che assicurano servizi pubblici che rientrino nella mission dell’amministrazione comunale. Ma proprio sul progetto di cessioni e liquidazioni nella holding capitolina, disegnato dall’assessore Silvia Scozzese, si sta consumando uno scontro al calor bianco all’interno della maggioranza, decisa a mettere i paletti all’operazione in consiglio comunale appena vi approderà la delibera, approvata in giunta lo scorso 30 dicembre e propedeutica al bilancio 2015. Tensioni, queste, che si sommano ai dubbi del centrosinistra sulla decisione del sindaco di chiudere già quest’anno i conti del piano di rientro, a suon di tagli ai dipartimenti.

IL PROVVEDIMENTO  Il piano di Palazzo Senatorio è rigoroso: la delibera prevede innanzitutto la cessione delle partecipazioni di Roma Capitale nelle società Aeroporti di Roma, Eur, Centro agroalimentare romano, Investimenti, Centro ingrosso fiori e Banca di credito cooperativo. I veri problemi, però, arrivano subito dopo. Il provvedimento prevede «lo scioglimento e messa in liquidazione de Le Assicurazioni di Roma» e la distribuzione ai soci degli utili raccolti nel 2014. Quindi «la dismissione delle partecipazioni detenute da Ama e Atac», che vanno dal 51 per cento di Multiservizi all’intero pacchetto azionario di Atac Patrimonio e Officina grandi riparazioni.

FARMACIE E BIBLIOTECHE  Altra vexata quaestio è quella di Farmacap: la giunta capitolina ha deciso la dismissione dell’azienda speciale «attraverso l’adozione di tutte le misure che assicurino nel contempo la massimizzazione del valore dell’azienda e la salvaguardia dei rapporti di lavoro». In soldoni: 44 farmacie comunali destinate a essere messe sul mercato. Tra gli altri interventi c’è lo scioglimento del “Sistema delle biblioteche centri culturali”, con «la predisposizione, da parte del dipartimento cultura, di un piano economico-gestionale, da completarsi in tre mesi, finalizzato al subentro dell’amministrazione capitolina in tutti i rapporti contrattuali con persone fisiche o giuridiche, in corso di svolgimento alla data dello scioglimento». Insomma, le biblioteche romane tornerebbero a essere gestite direttamente dall’amministrazione capitolina.

LA DIVISIONE Il centrosinistra è inquieto, mentre il pacchetto del bilancio (con tutte le delibere propedeutiche) è atteso in assemblea capitolina entro la metà di febbraio. «La via per garantire la riduzione dell’impatto economico-finanziario delle partecipate sul bilancio capitolino, e assicurare contemporaneamente i livelli occupazionali, potrebbe passare per l’accorpamento delle aziende in base agli ambiti di pertinenza», propone il presidente della commissione bilancio Alfredo Ferrari (Pd). I maldipancia della maggioranza sulle partecipate sono evidenziati bene dal comunicato congiunto dei capigruppo di lunedì: «Sulla dismissione e la riqualificazione delle aziende abbiamo il dovere di ponderare con il massimo rigore e la massima responsabilità ogni ipotesi – si legge nella nota firmata da Fabrizio Panecaldo (Pd), Gianluca Peciola (Sel), Luca Giansanti (civica per Marino) e Massimo Caprari (Pd) – Auspichiamo dunque che quanto prima l’assessore Scozzese predisponga dossier informativi su ognuna delle aziende oggetto di discussione, che abbiamo richiesto». La partita è tutta da giocare, con esiti molto incerti.