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Il Papa: «I pacs offendono la famiglia»

Il Papa torna a lanciare l’allarme per le «minacce» contro «la struttura naturale della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna». L’occasione è il discorso rivolto, questa mattina in Vaticano, ai 175 diplomatici accreditati presso la Santa Sede. «Tutto ciò costituisce una offesa alla famiglia e contribuisce a destabilizzarla, violandone la specificità ed il ruolo sociale unico» ha ammonito il pontefice che ha poi lanciato anche un nuovo appello alla comunità internazionale per frenare «i tentativi di legittimare la clonazione umana».

NO ALLA CLONAZIONE – «Esistono altre forme di aggressione alla vita, talvolta commesse sotto l’apparenza della ricerca scientifica – ha detto Benedetto XVI che come ogni inizio di nuovo anno ha incontrato gli ambasciatori di ogni paese del mondo che hanno una loro rappresentanza in Vaticano -. Si fa largo la convinzione che la ricerca non abbia altre leggi all’infuori di quelle che vuole darsi e che non abbia alcun limite alle proprie possibilità. E’ il caso, per esempio, dei tentativi di legittimare la clonazione umana per ipotetici fini terapeutici».

SCANDALO DELLA FAME – Una priorità per la comunità internazionale sono «i milioni di persone, specialmente alle donne e ai bambini, che mancano di acqua, di cibo, di un tetto» ha ricordato il Papa: «È inaccettabile lo scandalo della fame che colpisce milioni di persone in tutto il mondo in un’epoca che non manca di risorse» ha continuato Benedetto XVI che si è detto preoccupato dal «ritardo nella messa in opera degli impegni presi dalla comunità internazionale nel corso di tutti gli ultimi anni… È necessario augurarsi la ripresa dei negoziati commerciali del “Doha Development Round” dell’Organizzazione Mondiale del commercio, come il proseguimento e l’accelerazione del processo di cancellazione e di riduzione del debito dei paesi più poveri, senza che questo sia condizionato a misure di aggiustamento strutturale, nefaste per le popolazioni più vulnerabili».
MEDIO ORIENTE – Il pontefice è tornato anche ad auspicare una «soluzione negoziata» e globale: «Non è possibile accontentarsi di soluzioni parziali o unilaterali». E ha chiesto per il Libano il rispetto della sua integrità, per Israele il diritto a vivere in pace, e per il popolo palestinese il diritto «a una patria libera e sovrana».