Lui cerca «un grande anestesista, un medico onesto e coraggioso». Parole che l’Italia ha già sentito, sono le stesse di Piergiorgio Welby. A pronunciarle è Giovanni Nuvoli, 53 anni, da quattro anni incapace di muoversi e di parlare. Due giorni fa ha ricevuto una telefonata di Marco Cappato, il leader dell’associazione Luca Coscioni che era stato al fianco di Welby fino alla fine nella sua battaglia per il diritto alla morte. Cappato ha parlato con la moglie di Nuvoli, la signora Maddalena, e le ha assicurato: «Sono disponibile ad aiutarlo». E’ possibile che un primo incontro si tenga già nel fine settimana mentre nel mondo politico si è subito riacceso il dibattito con il fronte cattolico capeggiato da Scienza&Vita a chiedersi: «Sarà di nuovo la piazza mediatica a discutere di accanimento o di eutanasia, anche nella forma di “suicidio assistito”? È inevitabile, a questo punto, mettere in guardia l’opinione pubblica dal pressing esercitato da quei settori che puntano sull’emotività e sul caso singolo per forzare le scelte del legislatore».
Marco Cappato dunque si è detto disponibile. Prima però il caso va studiato. Perché se è vero che Nuvoli ha ripercorso tutti i passi di Welby è anche vero che fra i due esiste una differenza che potrebbe rivelarsi non secondaria: Welby era a casa, lui nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Sassari. Potrebbe non essere semplice uscire. «Credo che se i medici lo tengono in ospedale contro la sua volontà, potrebbero essere passibili di sequestro di persona», ha avvertito Mina Welby, la moglie di Piergiorgio, che ha rivolto alla signora Nuvoli, un augurio: «Tenga duro, e gli stia vicina fino alla fine». Silvio Viale, medico di Exit Italia e membro del comitato nazionale di Radicali Italiani, è sceso più nei dettagli: «II primo passo per Nuvoli è quello di chiedere di essere dimesso, di firmare “contro il parere dei sanitari”, costringendo i medici a fargli un ricorso al giudice … poi si vedrà».
Giovanni Nuvoli è originario di Alghero, un tempo era un arbitro di calcio poi la malattia ha avuto la meglio. Ora pesa non più di venti chili per 1,85 di altezza e ha una sola chiara volontà: morire. Piergiorgio Welby gli ha insegnato la strada, lui l’ha percorsa tutta: la lettera al presidente della Repubblica, il tentativo di combattere con tutte le armi concesse dalla legge, il ricorso a] Tribunale scritto senza nemmeno un avvocato.
Nuvoli ha chiesto di sospendere tutto il sospendibile. Prima gli anticoagulanti nella speranza di avere un’emorragia. Poi le fleboclisi con i farmaci antiinfettivi nella speranza di morire per un’infezione. E’ rimasto con una p.e.g. inserita nello stomaco per avere il cibo, un dispositivo inguinale per gli antidolorifici e il ventilatore polmonare per respirare. Infine ha chiesto anche lui ai giudici che gli venisse staccata la spina del ventilatore.
La richiesta è di una settimana fa. Martedì il no del giudice. «Se nessuno si fa avanti – ha dichiarato Maddalena Soro, moglie di Nuvoli – riporto mio marito a casa e poi andiamo all’estero».