RADICALI ROMA

«Impacchettare» i nomadi Perché il Vaticano tace?

C’è un aspetto del dibattito sulla sicurezza che non può non colpire. Nel frastuono provocato dai proclami che stanno spaccando il centrosinistra, e dalle fiammate che partono dal fronte del centrodestra, manca quasi del tutto una voce, quella che si è sempre schierata in difesa degli ultimi e dei deboli: la voce della Chiesa. Spesso è stata proprio questa voce a parlare in difesa, e al posto, di chi la propria voce non è mai riuscita a farla ascoltare. Ora, però, questa voce stenta, è mancata un po’ a tutti i livelli. Insomma, ben diverso trattamento sta ottenendo questa questione rispetto ad altre che sempre questa estate hanno interessato in diversa maniera la Chiesa. Basta pensare alle polemiche sulla legge 194 e poi sulla bioetica e i cosiddetti embrioni-Chimera. Invece, sul trattamento che stanno ricevendo gli immigrati, i rom e i poveri – che siano essi lavavetri, mendicanti o altro – ancora nulla: né una difesa, anche d’ufficio, degli ultimi, né un rimbrotto a coloro che degli ultimi parlano come se fossero pacchi. Proprio così, pacchi. Ieri Franco Frattini, ex ministro degli Esteri nel governo Berlusconi e ora commissario europeo per Libertà, Sicurezza e Giustizia, intervistato dalla Stampa su questi temi, non ha avuto problemi ad additare l’esempio della Francia che «ha appena impacchettato e rispedito in Romania due campi nomadi in blocco». Nella stessa intervista, sempre Frattini, dice ancora: «il concetto di “country shopping” è facile: sono senza arte né parte e mi scelgo il paese che mi pare. Eh No! Devi dimostrare di poterti mantenere». Ecco, senza voler entrare nel merito della questione, ci limiteremmo a notare come, anche in questo caso, sembra che si parli di persone senza considerarne l’aspetto esistenziale, ovvero si tratta della vita di uomini e donne quasi fossero oggetti e non esseri umani con una propria singolarità, sentimenti e una storia alle spalle sulla quale fare le proprie scelte che non sempre sono libere. Frattini però non è il solo ad aver utilizzato espressioni tanto ciniche: basta ripensare alle parole e ai toni utilizzati nei giorni scorsi dal ministro dell’Interno, Giuliano Amato. L’impressione, allora, è che la voce della Chiesa trovi più facilità a levarsi alta e autorevole – e ai massimi livelli come è avvenuto nel caso della legge sull’aborto – quando ad essere toccati sono i princìpi. Quando invece ad essere toccati sono soprattutto gli uomini – carne e sangue, insomma – questa voce stenta un po’. Ci piacerebbe che la stessa autorevolezza con la quale il cardinale Camillo Ruini ha invitato alla revisione della legge 194 fosse messa anche nel contrastare atteggiamenti come quello del Frattini che parla di “impacchettare” i campi nomadi. Perché non possiamo credere che la Chiesa la pensi nello stesso modo.