RADICALI ROMA

La «29 giugno» e le altre coop Buzzi e la rete fuorilegge degli appalti

di Sergio Rizzo

li appalti assegnati a Buzzi ci fosse qualcosa che non quadrava lo dovevano sapere tutti, al Campidoglio. E non solo perché un consigliere comunale radicale, Riccardo Magi, aveva bombardato di interrogazioni gli assessori ricevendo poche e poco esaurienti risposte. Nessuna, per esempio, dagli uffici competenti. Un segnale evidente del grande imbarazzo suscitato dalle questioni sollevate da Magi, che voleva sapere perché certi affidamenti venissero prorogati all’infinito. Il fatto è che Enrico Lamanna e Vito Tatò, i due ispettori della Ragioneria generale dello Stato incaricati un anno fa di capire com’era stata gestita una metropoli che chiedeva allo Stato di essere salvata per la seconda volta in 5 anni, l’avevano scritto chiaro e tondo nel loro ustionante rapporto di 320 pagine e 140 allegati: l’affidamento al Consorzio di cooperative sociali Eriches 29 del servizio di assistenza abitativa temporanea risultava in aperta violazione della legge sulle gare pubbliche. Come le continue proroghe al contratto assegnato più di tre anni fa dal Comune di Roma a Salvatore Buzzi. Del Consorzio Eriches 29, che comespiega il suo sito Internet «nasce come espressione diretta del Gruppo cooperativo 29 giugno», colui che la Procura di Roma considera il pivot del sistema Mafia Capitale era fino a qualche giorno fa presidente e dominus, prima che i giudici sequestrassero tutte le quote azionarie sostituendo gli amministratori.
Il business alloggi

Il servizio di «assistenza temporanea alloggiativa emergenziale» rappresentava una delle attività principali del gruppo che aveva pazientemente costruito negli anni. Ma di cosa si stratta? A Roma i nuclei familiari senza casa che non hanno trovato posto negli alloggi popolari vengono sistemati in residence e appartamenti presi in affitto da costruttori e immobiliaristi privati. Un grande affare per tutti. Per i politici, che hanno a disposizione un bacino elettorale. Per i costruttori, che riscuotono dal Comune pigioni dieci volte superiori rispetto a quelle che il Comune incassa, con enorme fatica, dagli alloggi popolari. Ma pure per le coop che forniscono assistenza e servizi. A un prezzo, nel caso del Consorzio Eriches 29, di 24,30 euro a persona: 729 euro al mese.

L’obbligo della gara

Ebbene, gli ispettori del Tesoro ricordano che se la legge consente l’affidamento di quei servizi in convenzione alle cooperative sociali, quando l’importo supera le soglie comunitarie è d’obbligo una gara. Che nel caso in specie, nonostante l’importo di 796 mila euro andasse ben oltre il tetto, non era stata fatta. E questo è illegale. Per giunta si tratta di una delle tante proroghe. Lamanna e Tatò ricordano che queste, «espressamente vietate per legge», si sono protratte fino al 15 settembre dello scorso anno, «come rilevabile dalla determina n. 381 del 28 giugno 2013»: due giorni dopo l’insediamento della giunta di Ignazio Marino. Il quale certo non poteva nutrire alcun sospetto su ciò che per i giudici rappresentava davvero il sistema Buzzi. Non aveva del resto il sindaco affermato in campagna elettorale che avrebbe devoluto il primo stipendio alla cooperativa 29 giugno (salvo poi spiegare di averlo scordato?). Fatto sta, aggiungono gli ispettori, che ancora al 31 ottobre 2013 «sebbene non sia stato formalmente prorogato l’affidamento» il Consorzio Eriches 29 continuava a fornire il servizio «senza che fosse stato adottato alcun impegno contabile». Precisazione seguita dall’avvertenza che «un simile comportamento scorretto, oltre a porre i presupposti per un debito fuori bilancio», avrebbe esposto gli amministratori a «dirette responsabilità economiche».
Del resto erano anni, ben prima dell’arrivo di Marino, che la faccenda andava avanti. Con affidamenti diretti e proroghe su proroghe, anche senza impegni nel bilancio. E non solo per Buzzi, come segnala la Ragioneria. Ma che il suo Consorzio fosse uno dei principali destinatari di quegli affidamenti non c’è dubbio: lo dicono gli ispettori, segnalando che nel 2012 l’Eriches 29 ha incassato ben 6 milioni 382.180 euro
Buzzi gestiva i servizi in alcune delle strutture più grosse destinate all’emergenza abitativa, come quella di via di Val Cannuta. Sono 237 alloggi che il Comune affitta dall’Immobiliare Pollenza, controllata attraverso un paio di scatole cinesi dalla società lussemburghese Antonio Pulcini group. Lo stesso Pulcini che risulta fra i principali fornitori al Campidoglio di immobili per fronteggiare la cosiddetta emergenza abitativa. Attivissimo sulla scena romana, 20 anni fa era in affari con Salvatore Ligresti in una gigantesca iniziativa immobiliare su terreni agricoli trasformati in edificabili poi concretizzata nel centro residenziale «Le Terrazze del Presidente». Operazione della quale a lungo le cronache cittadine si sono occupate per via del record (mondiale?) dei 1.347 condoni edilizi concessi a tutti gli appartamenti del complesso.
Ma parlando di Pulcini non si può non rammentare il suo recente coinvolgimento insieme al fratello Daniele in una spinosissima indagine a proposito di una presunta tangente da quasi 1,9 milioni che sarebbe stata pagata all’attuale deputato del Pd Marco Di Stefano per far affittare alla Regione Lazio, come ha ricostruito Fiorenza Sarzanini sul Corriere , due palazzi al prezzo di 3,7 milioni ciascuno.

La galassia societaria

Il grafico in questa pagina sta però a dimostrare come gli affari che ruotano intorno alla coop di Buzzi vadano oltre i confini appena delineati. Nella intricata galassia di cooperative e società che fanno capo alla «Cooperativa 29 giugno» ci sono per esempio alcune immobiliari. Una di queste, la Sarim, affitta al Comune di Roma per oltre 180 mila euro l’anno (dato del bilancio 2013) il centro di accoglienza per i senzatetto di via Santa Maria di Loreto, a Roma. Ci sono poi cooperative che si occupano di pulizie, manutenzione del verde, raccolta differenziata, aziende meccaniche… E anche ditte per la gestione di case di riposo come Tolfa care, in società con il Comune di Tolfa, 5.200 abitanti in provincia di Roma, e la Renco Health care. L’ultima sigla è spuntata nel giugno 2013. Il nome: 29 Energy Green srl. Oggetto sociale: costruzione di impianti per ricavare energia dai rifiuti. Un altro business d’oro…