«Non si può dire che siamo il governo di Milton Friedman, ma certo qualcosa di liberale l’esecutivo Prodi oggi l’ha fatto». È stanca Emma Bonino, ministro per le Politiche europee, dopo più di sei ore di Consiglio dei ministri, ma contenta. Lo dice chiaramente, anche se nella sua voce vibra qualche nota di rimpianto.
Certo ministro, siamo ancora distanti dall’«agenda Giavazzi» che il suo partito ha tanto sostenuto.
«Ci stiamo lavorando. Oggi abbiamo un decreto e un disegno di legge che introducono norme a favore dei consumatori e altri disegni di legge sono stati incardinati».
Quindi lei è soddisfatta?
«Se mi chiede una valutazione politica, sì, sono soddisfatta. Ritengo che questo Bersani-due sia un passo concreto nel campo delle liberalizzazioni».
Ma l’agenda Giavazzi…
«Parlava di abolizione degli albi professionali. E abbiamo un disegno di legge Mastella che, come sa, non condivido del tutto, ma è comunque un miglioramento. E poi sull’energia e i servizi pubblici locali ci sono disegni di legge già calendarizzati al Senato».
L’opposizione dice che sui servizi pubblici locali alla fine c’è stato un compromesso con Rifondazione, che ne ha ridotto la portata.
«Senta, se fossimo il governo di Milton Friedman faremmo di più. Ma non lo siamo: questo è un governo che cerca mediazioni».
Che fa, si accontenta?
«No, ma le faccio notare che se finora nessuno aveva messo mano a questo benedetto capitolo delle liberalizzazioni, qualche motivo ci sarà».
Per esempio?
«Conosco il mio Paese e so che il livello di incrostazione delle corporazioni è tale da scoraggiare chiunque».
Che reazioni si aspetta?
«Mi aspetto reazioni forti, perché forti sono gli interessi che sono stati toccati».
Faccia un esempio.
«Abbiamo introdotto delle novità in tema di assicurazioni e di banche. E non sono questi poteri forti?».
Le cronache riportano un duello tra il ministro Bersani e il vicepremier Rutelli sui contenuti dei provvedimenti. Ne era al corrente?
«No, non sono tanto in queste segrete cose. Ma neanche ho potuto cogliere divergenze in sede di Consiglio dei ministri».
Ma il pacchetto Rutelli alla fine è uscito ridimensionato?
«Non mi pare. Una proposta di Rutelli, quella sulla portabilità del mutuo, è stata accettata e mi pare un’ottima proposta».
In altri tempi lei invocava l’abbattimento dei privilegi di sindacati e cooperative. Che ne è stato della sua battaglia?
«Non è stato mai previsto che se ne discutesse in un provvedimento come questo».
E se ne parlerà prossimamente? È nell’agenda del governo?
«Mi pare già difficile che riusciamo a far passare questo provvedimento».
Teme imboscate in Parlamento?
«Gliel’ho già detto. Certi interessi sono forti e radicati».
Per questo avete scelto due distinti strumenti legislativi?
«C’è stata una sollecitazione da parte del Quirinale ad adoperare la decretazione in casi delimitati. Di qui la necessità di un disegno di legge».
Il sottotitolo del Bersani-due recita «per rendete migliore la vita di tutti i giorni».
«Speriamo».