RADICALI ROMA

"La Cassazione non parlava di Roma"

La sentenza della Suprema Corte di Cassazione, che rigetta il ricorso del Comune di Quartu Sant’Elena in relazione all’istituzione di aree per la sosta tariffata, non riguarda la Capitale e non rappresenta un rischio per gli analoghi provvedimenti presi dal Comune di Roma avendo il Campidoglio rispettato tutte le norme in materia.
A chiarirlo è l’assessore comunale alla Mobilità del Comune di Roma, Mauro Calamante.
Nella stessa sentenza, si fa notare in Campidoglio, “la Corte ricorda che l’art. 7 del Codice della Strada, ai commi 8 e 9, esclude dall’obbligo di prevedere analoghe aree prive di tariffazione le zone a traffico limitato, le aree pedonali e le zone di particolare rilevanza urbanistica, stabilite dalla Giunta con apposito atto. In questo senso il Comune di Roma ha provveduto sin dal 1995 a definire le proprie aree di rilevanza urbanistica con quattro delibere di giunta l’ultima delle quali, la 104/2004, stabilisce l’attuale delimitazione di tali aree. Le strisce blu attualmente presenti sul territorio ricadono proprio all’interno delle zone di particolare rilevanza urbanistica stabile dalla giunta comunale e comunque non coprono il cento per cento di tali aree”.
“L’amministrazione ha seguito alla lettera le indicazioni del legislatore e il definendo le proprie aree di rilevanza urbanistica”, ha precisato Calamante commentando la sentenza della Cassazione sull’istituzione di aree per la sosta tariffata e sottolineando che il Campidoglio ha applicato il codice della strada.
“La sosta tariffata è in vigore dal 1995 e finora – ha osservato l’assessore – nessun ricorso di questo tipo è stato accolto né qualcuno ha dichiarato illegittima l’azione del comune di Roma. Invito tutti a riflettere anche su un altro aspetto. Dal momento che la tariffazione della sosta è uno strumento di regolazione del traffico e che le zone di particolare rilevanza urbanistica sono definite tali dal legislatore proprio in virtù delle problematiche relative al traffico, non ha senso mettere in discussione questi provvedimenti in città alle quali lo Stato ha conferito i Poteri Speciali in materia di traffico. Inoltre credo anche che non sarebbe giusto appesantire il lavoro dei Giudici di Pace con ricorsi che non hanno motivo di esistere”.