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La Repubblica (ed. Roma) – Metro C, l'ultimo rinvio. Marino occupa il ministero: "Ora voglio i colpevoli"

Ed. Roma, pag. 2, di Giulia Cerasi – L’autorizzazione del ministero non è arrivata. La metro C sabato prossimo non potrà aprire. A certificarlo, ieri, è stato lo stesso dicastero che per ora ha messo fine ai sogni del Campidoglio di inaugurare la terza linea della capitale nella tratta tra Pantano e Centocelle. Un mancato via libera che a due giorni dall’inaugurazione pesa come un macigno, ma che potrebbe risolversi in tempo se le imprese, entro le 11 di stamattina, consegneranno tutta la documentazione mancante. E se il ministero concederà il nullaosta in extremis.

La giornata nera per i trasporti capitolini è iniziata con l’occupazione da parte del sindaco, Ignazio Marino, del ministero dei Trasporti. «Rimango qui anche sette giorni, non me ne vado finché non ho il verbale con i colpevoli». È metà mattina quando il primo cittadino inforca la bicicletta e si dirige verso la direzione generale Tpl: vuole vederci chiaro sul perché il dicastero non abbia ancora rilasciato il verbale che avrebbe dovuto dare il via libera all’apertura della metro C. Dopo 4-5 ore, esce con il verbale in tasca: «Ci sono indicazioni abbastanza chiare di chi non ha fatto il proprio dovere per ciò che riguarda gli aspetti imprenditoriali e di realizzazione dell’opera – tuona il sindaco – Ho il dovere di fare chiarezza e individuare i colpevoli». A fare chiarezza ci pensa, poco dopo, una nota del ministero dei Trasporti che spiega punto per punto il perché, per dirla con le parole del sindaco, «sabato i romani non potranno salire sui treni».

«Le verifiche della Commissione sicurezza, riunitasi il 7 ottobre, non consentono allo stato di autorizzare l’avvio funzionale della rete per il giorno 11 ottobre». Il perché è spiegato in dettaglio: il Mit parla di «anomalie sugli impianti», di «prevedibili malfunzionamenti del sistema che potrebbero provocare criticità alla regolarità del servizio e alla sicurezza dell’utenza» (in particolare per quanto riguarda il sistema che regola il pilota automatico: i treni della metro C saranno driverless, ovvero senza conducente), di «insufficienza di documentazione» (anche sulle varianti richieste dai vigili del fuoco sul sistema Scada, che controlla tutti i sistemi, dall’elettrico all’antincendio), di necessità di «esami e colloqui per verificare che tutto il personale» dell’Atac «abbia completato la formazione ed acquisito un livello di conoscenza sufficiente delle procedure». Una sonora bocciatura che al Campidoglio non va giù. E che il sindaco tenta di chiarire immediatamente in una riunione fiume con le imprese del consorzio, gli assessori al Bilancio e alla Mobilità Scozzese e lmprota, Atac e Roma Metropolitane.

«Nessuno uscirà dal Campidoglio finché non avremo soluzioni certe e data sicura», twitta a metà pomeriggio. E il “sequestro” dura fino a tarda sera, quando annuncia di aver ottenuto dalle imprese la consegna entro le 11 di oggi di tutta la documentazione. «Dal loro punto di vista – spiega Marino – i documenti dimostreranno che le preoccupazioni del ministero sono inesistenti». E aggiunge di aver chiesto che la commissione lavori «a oltranza» perché «vogliamo chiudere la questione nelle prossime ore», al punto che non esita a parlare di «penali» se l’ok non dovesse arrivare in tempo e la metro, sabato, dovesse rimanere al capolinea.

La battaglia non è finita, ma già si scatena la polemica politica, anche nella maggioranza. E’ il radicale Riccardo Magi, eletto nella Lista civica, a chiedere le dimissioni dell’assessore Improta definendole «un atto dovuto». Mentre l’opposizione con Giovanni Quarzo (Fi) parla di «ennesimo disastro e di umiliazione».