RADICALI ROMA

La Repubblica (ed. Roma) – Sei super 007 in Campidoglio al setaccio le carte di tutti gli appalti

di Giovanni Vitale

Vengono da Arma, Polizia e Finanza affiancano i commissari del prefetto Scioglimento della giunta, Alfano frena

Hanno selezionato i migliori. I più esperti in materia di appalti. Gente addestrata a fiutare il marcio lontano un miglio. A scovare il malaffare là dove si annida. Sono i sei 007 due investigatori della polizia, due dei carabinieri, altrettanti della guardia di finanza – che dopodomani sbarcheranno in Campidoglio, a supporto dei tre commissari nominati dal prefetto Pecoraro su input del Viminale, per passare al setaccio tutti gli atti, le delibere e i bandi di gara delle ultime due giunte comunali, a caccia di indizi sull`attualità e la pervasività del condizionamento mafioso. Un lavoro immane, centinaia di migliaia i documenti da analizzare, che la squadra specializzata porterà avanti per almeno tre mesi (prorogabili per altri tre). Ovvero finché non  sarà concluso l’accertamento su sei anni e mezzo di amministrazione capitolina: cinque imputabili ad Alemanno, uno e mezzo a Marino. Ma l’esito è tutt’altro che scontato. Perché se per il prefetto Pecoraro lo scioglimento è più che una possibilità, ieri il ministro dell’Interno è parso frenare. «Gli ispettori sono al lavoro, io non voglio anticipare giudizi, ma bisogna agire con i piedi di piombo quando si tratta di sospendere la democrazia in una amministrazione», ha avvertito Alfano. Dando atto a Pignatone che «se un procuratore serio» come lui «configura nell’inchiesta su Mafia capitale il 416 bis» significa che «è fondata». Anche perché «l’organizzazione mafiosa non è certo un club con sede a Corleone e uomini con la coppola. La mafia è metodo e cultura», ha aggiunto Alfano. Trovando conforto nelle dichiarazioni del presidente del  Senato: «Non fatico a identificare il Mondo di mezzo come mafia, perché anche le mafie sono cambiate» il pensiero di Piero Grasso. «Il volto violento e brutale della criminalità organizzata non è il più grave pericolo». Intanto in Campidoglio, in vista del varo del Marino bis, prosegue la limatura delle deleghe. Confermate le new entry: Francesca Danese al Sociale e Casa; Alfonso Sabella a Legalità e Trasparenza; soprattutto Maurizio Pucci a Lavori Pubblici e Protezione Civile, nonostante il suo nome sia finito tra le carte dell’inchiesta che sta facendo tremare la politica romana. Dice di lui Salvatore Buzzi in una delle intercettazioni del Ros: «È un ladro, rubava per il partito, ma tanta roba gli è rimasta attaccata, quindi non rubava per il partito…». Un giudizio io pesante, per Marino tuttavia utilizzato dai giornali in modo strumentale «per fare pet- tegolezzi cittadini». Ma sufficiente al senatore Ncd Andrea Augello per confezionare una interrogazione al ministro Alfano perché chiarisca alcune vicende che riguardano l’assessore in pectore. Ricordando come «il signor Buzzi conosca benissimo il signor Pucci perché quest’ultimo ricoprì per un certo periodo l’incarico di direttore operativo dell’Ama, dopo essere stato assunto dirigente con criteri mai del tutto chiariti»; come «Pucci fu poi allontanato per aver sforato i limiti di budget degli straordinari del personale da lui coordinato, dopo aver peraltro elaborato un piano di affidamenti all’esterno per bonificare le piccole discariche abusive, settore di intervento delle cooperative»; come rimase coinvolto, da «direttore della Protezione civile regionale», nell’inchiesta sulla gara per la «ristrutturazione dei sotterranei del Policlinico Umberto I».