RADICALI ROMA

La Republica (ed. Roma) – Il campo nomadi con lo sponsor

di Carlo Picozza

L’iniziativa di un gruppo di imprese capeggiato da Leroy Merlin

Un centro commerciale dov’è il campo rom che sarà ricostruito nei dintorni. È l’idea di un’associazione di imprese capeggiata da Leroy Merlin che finanzierà il progetto su una porzione dei 270mila metri quadrati de La Barbuta, al confine con Ciampino. “Le buone intenzioni”, per il consigliere Riccardo Magi (Radicali) e il presidente dell’associazione “21 luglio”, Carlo Stasolla, “tengano conto delle regole che, dal 2012, escludono la nascita di altri “campi”, anzi, indicano di chiudere quelli esistenti per favorire l’inclusione sociale, abitativa e lavorativa delle comunità rom”.

“Se Leroy Merlin intende impegnarsi”, indicano Magi e Stasolla, “finanzi start-up, progetti di formazione professionale e di scolarizzazione per i rom, concorrendo così alla loro integrazione”. La “21 luglio”, associazione per la tutela dei diritti delle comunità rom e sinte, questa mattina illustrerà “il progetto che il Campidoglio ha tenuto finora segreto”.

Sarebbe il primo campo nomadi progettato, finanziato e realizzato da una società privata: “Ci adopereremo”, annuncia Stasolla, “per impedirne la costruzione, utilizzando ogni forma di lotta non escluso il boicottaggio commerciale”. “Sarebbe”, argomenta, “l’ennesimo ghetto etnico condannato dall’Europa”.

Per quell’insediamento, indicato nel progetto come “Villaggio della solidarietà” che dovrebbe accogliere 400 dei 580 ospiti dell’attuale “campo”, “occorrerebbe una variante del Piano regolatore, che consenta l’edificabilità in quell’area”, spiega Magi. Ma più che tecnica, la questione è ormai politica: “Il Campidoglio, che ha recepito le direttive europee, non può adottare un progetto che farebbe fare un altro passo indietro alle sue politiche sociali”. Sarebbe a carico totale di Leroy Merlin la realizzazione del “Villaggio”, altro mega-insediamento monoetnico, la cui gestione, nelle intenzioni dell’associazione di imprese, dovrebbe essere affidata alla cooperativa sociale “Capodarco”.