RADICALI ROMA

Lettera aperta di Marco Pannella a Romano Prodi

Caro Presidente,

poiché dai resoconti di stampa nulla, ripeto nulla è, sia pur approssimativamente, emerso di veritiero o di leale sul mio intervento di ieri mattina nella riunione da te convocata, mi permetto di inviarti la seguente mia sintesi con la preghiera di far verificare la sua esattezza e puntualità dai tuoi Uffici sulla base delle registrazioni a loro disposizione:

1) Ho esordito ribadendo che – pur sapendo che questa precisazione non sarebbe stata gradita a molti dei presenti – prendevo la parola a nome della Rosa nel Pugno, niente affatto dei “radicali” così come Enrico Boselli, dello SDI.
2) Quanto alla situazione critica da molte parti denunciata, coloro che come me hanno avuto la responsabilità di proporre l’Alternanza (e di averla determinata, per certo non marginalmente) di Governo fra l’una e l’altra articolazione del regime politico italiano, come condizione necessaria al proseguimento di una Alternativa al regime stesso, non possono in alcun modo dichiararsi delusi e sorpresi da essa. Non si sono illusi, non sono delusi.
3) Hanno avuto, ho avuto, una piacevole e positiva sorpresa e consenso quando hai dichiarato di essere ben determinato a “stupire” con “riforme radicali”. Stupire per non morire. Per ora, però, rischia di subentrare lo “stupore” del tuo non stupire ancora alcuno con l’avvio di “riforme radicali”.
4) Ho denunciato la mancanza di una Unione che sia effettivamente Luogo della tua maggioranza, e che ne rispetti le regole, per divenire invece sempre più il nome con cui si copre una gestione di fatto (incontrollabile da parte di molti componenti della maggioranza stessa) da parte dell’Ulivo, ultima versione.
5) Ho espresso il mio dissenso e il mio allarme per sintomi gravi di mancata difesa della legalità. Ho fatto l’esempio dell’evidente propensione, da parte di chi determina i comportamenti poi attribuiti o assunti dalla “Unione”, di preferire procedere alla nomina di senatori graditi, in luogo e contro la proclamazione dell’elezione degli eletti. Ho deprecato che il Governo non abbia proceduto alla nomina del Comitato Nazionale di Bioetica, cinque mesi dopo la scadenza di quello nominato con spirito partigiano, e illiberale e non laico dal precedente Governo. Due esempi fra altri purtroppo già avocabili, condannabili.
6) Ho infine, e in apparente contraddizione con la nostra posizione favorevole alle riforme di struttura attraverso rigorose contrazioni della spesa, detto quanto mi appare grave la ferita senza precedenti, pur in vent’anni bui e negativi, portata alla ricerca scientifica, come denunciato dal Ministro Mussi.

Nella manciata di minuti che abbiamo avuto tutti a disposizione è quanto ricordo di aver certamente detto, nella sostanza e nella forma.

Caro Presidente, tengo a darti atto che tu hai voluto rispondermi fra i primi nella tua replica, con un calore evidente e con sincerità. Non mi hai convinto, certo. Ma non dispero che tu sappia farlo con l’urgenza necessaria, con il linguaggio dei fatti.
Personalmente e come Rosa nel Pugno non ho nessuna fretta e nessun piacere del ficcarmi nel “piatto ricco” dei delusi e degli apocalittici. Da te, da voi, è lecito e giusto attenderci che sappiate meglio assicurare un buon Governo dell’alternanza nel regime, che abbiamo tutti conquistato, piuttosto che avere la forza e la volontà di rappresentarne una radicale alternativa liberale, socialista, laica, democratica e antioligarchica. Troppo forte, oltre tutto, sono in noi la sinistra conservatrice e la Vandea populista e reazionaria.

Buon lavoro! Da subito.

Marco Pannella