RADICALI ROMA

Magi (Radicali): Roma è una città basata su concussione e clientele.

Per anni è stato coperto, attraverso il commissariamento del debito e le tasse più alte d’Italia, un sistema trasversale tra destra e sinistra fondato su spese disastrose e clientele. Di fronte a poteri così forti gli unici strumenti sono la trasparenza e rispetto della legge.

Dichiarazione di Riccardo Magi, Presidente di Radicali Italiani e Consigliere comunale a Roma, al secondo giorno di sciopero della fame

Mentre, da domenica, sono in sciopero della fame per chiedere la chiusura del centro accoglienza per soli Rom più illegale e costoso che conosciamo, il Best House Rom di via Visso, apprendiamo che stamattina, nell’ambito dell’indagine su mafia, appalti e finanziamenti pubblici, è stata posta agli arrestati domiciliari anche la responsabile dell’Ufficio Rom, Sinti e Caminanti del Dip. V e gli uffici perquisiti con sequestro di molti documenti tra quali quelli relativi a via Visso, che avevamo reso noti nei mesi scorsi. Non siamo sorpresi. Da tempo come Radicali denunciamo quell’industria della solidarietà, alimentata da affari e interessi che ruotano intorno alla gestione dei centri per immigrati e campi rom.

Da garantisti, attendiamo l’esito delle indagini con il massimo della cautela, ma quanto emerge in queste ore dà pienamente ragione alla nostra impostazione. Da mesi, infatti, come Radicali ripetiamo e denunciamo in tutte le sedi, dalla Procura e alla Commissione europea, all’Anac, la verità del sistema romano, fondato su spese disastrose e clientele trasversali, da destra a sinistra. Non è vero che mancano i fondi per governare l’accoglienza di rifugiati e rom, per rilanciare la mobilità e per offrire servizi con standard minimi di decenza. Le risorse ci sono, ma vengono sperperate da un apparato deficitario e fallimentare, gestito con logiche che vanno perfino oltre quelle della partitocrazia.

Come Radicali lo abbiamo dimostrato per la prima volta a gennaio, sul sito opencampidoglio.it, denunciando la cosiddetta “manovra d’aula”: l’obolo da oltre 50 che ogni consigliere avrebbe avuto a disposizione per curare il proprio bacino di preferenze. E’ così che da almeno 15 anni si trucca anche il gioco (cosiddetto) democratico ed elettorale e si seleziona una classe dirigente capitolina del tutto funzionale a questo modello di gestione. Lo abbiamo dimostrato, poi, con le nostre denunce sugli appalti per la Metro C che hanno dato il via all’indagine della procura della Corte dei Conti e che sono state accolte anche nella relazione che il presidente delll’Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha inviato al procuratore Pignatone. E lo abbiamo dimostrato con atti formali alla Procura, alla Corte dei Conti e alla Commissione europea che vanno dalla gestione del ciclo dei rifiuti alle concessioni demaniali sul lungo mare di Ostia.

Sono queste le ragioni della mia astensione, la scorsa settimana, sull’assestamento di bilancio della Giunta Marino. Gli unici strumenti per combattere l’intreccio di poteri così forti e trasversali sono la trasparenza e il rispetto della legge. Da mesi vincolo il mio voto sul bilancio di Roma Capitale a 5 richieste precise al sindaco Marino, ineludibili perché il risanamento sia credibile: gare regolari per appalti e affidamenti, trasparenza su consulenze e incarichi dirigenziali, vendita di aziende comunali che svolgono servizi non essenziali e sono fabbriche di preferenze elettorali, stop all’obolo a disposizione di associazioni scelte direttamente dei consiglieri, legalità e tempi certi per la realizzazione della Metro C.
E’ ora che questa amministrazione realizzi quella discontinuità che finora è stata più annunciata che davvero perseguita.