RADICALI ROMA

METRO C, MAGI (RADICALI): IRRESPONSABILE CHI ESULTA DOPO SPRECHI, ABUSI E RITARDI. PRIMA CHE ARRIVI MAGISTRATURA, GOVERNO E COMUNE CHIARISCANO DESTINO DELLA PIU' GRANDE MANGIATOIA D'ITALIA

Dichiarazione di Riccardo Magi, Presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma

Chi oggi gioisce per l’apertura delle nuove sei stazioni della Metro C (e ci mancava che non aprissero, considerato il tempo trascorso e i soldi dei cittadini spesi finora) o è Alice nel paese delle meraviglie o fa il gioco di chi domani dirà che ancora una volta, su una delle principali opere in costruzione nel paese, si è dovuto attendere l’intervento della magistratura di fronte all’irresponsabilità della politica che, a tutti i livelli, non è stata in grado di rispettare la legge e, anzi, si è resa complice di gravissime omissioni e abusi.

Oggi a Roma, a fronte della vertiginosa somma spesa e impegnata (circa 3,5 mld di euro), avrebbe dovuto avere una linea metropolitana completa corrispondente al progetto approvato nel 2002, cioè fino a Clodio/Mazzini. Invece si è scelto di accumulare ritardo, con enorme spreco di risorse pubbliche, accettando l’inaccettabile, riconoscendo alle imprese somme illegittime extra contratto, ignorando problemi ampiamente noti – e non calamità naturali – per tenere aperta, a spese dei cittadini italiani e romani, quella che rischia di rivelarsi la più grande mangiatoia d’Italia.
Oggi è chiaro che quel progetto non è stato realizzato e non lo sarà mai.

Al ministro Delrio chiediamo di leggere attentamente la documentazione che gli abbiamo inviato e che ricostruisce la serie impressionante di violazioni legate alla realizzazione dell’opera: la stessa documentazione inviata alla Procura di Roma, alla Procura della Corte dei Conti e all’Anac.

Al sindaco Marino, che in questi due anni abbiamo più volte messo in guardia dai gravi abusi commessi anche durante il suo mandato, chiediamo ancora una volta di venire a riferire in Aula Giulio Cesare sulla realizzazione dell’opera più importante che la Capitale attende. Deve farlo prima di sedersi a qualsiasi nuovo tavolo sulla Metro C, avrebbe dovuto farlo appena insediatosi, così come i precedenti amministratori avrebbero dovuto dibatterne e deliberare nella sede propria sin dal 2010, cioè da quando è stato evidente che per quest’opera non era più possibile realizzare il progetto approvato dal Consiglio comunale.