RADICALI ROMA

Moratoria sull'aborto, sale lo scontro

Dopo l’annuncio del coordinatore di FI, Sandro Bondi, che propone una mozione parlamentare per rivedere le linee guida della legge 194, si apre un nuovo fronte polemico tra le forze politiche, e all’interno del Pd, sulle norme che regolano l’interruzione di gravidanza. Paola Binetti accoglie con favore l’iniziativa di Bondi. Intervistata dalla Stampa, la senatrice «teodem» del Pd spiega che «la mozione è un grande passo avanti nella direzione giusta, cioè la difesa della dignità della persona e del valore sacro della vita». «La 194 è datata, ha trent’anni e per rivedere le linee guida della legge – puntualizza l’esponente del Pd – sono disponibile a dare il mio contributo alla formazione di una maggioranza trasversale».

«NO A DISCIPLINA DI PARTITO SU QUESTI TEMI» – Binetti non si dice preoccupata per il rischio di una nuova spaccatura nell’Unione: «Sulla salvaguardia della vita non valgono logiche di schieramento o posizioni di partito», avverte. «Nel Pd e in Parlamento – sostiene ancora Binetti – siamo in più di quanti si creda a ritenere indispensabile la rivisitazione della legge 194. Sarebbe demenziale invocare disciplina di partito su temi che toccano al fondo la coscienza e le ragioni della convivenza civile».

CENTRODESTRA – L’iniziativa di Bondi e le dichiarazioni della Binetti, che arrivano dopo l’appello lanciato dal cardinale Ruini, hanno provocato, com’era prevedibile, una serie di reazioni contrastanti. Secondo il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, «è condivisibile la proposta di rivedere la legge 194, ma successivamente, non ora, non con questo questo governo, non con questa maggioranza, che hanno già ampiamente dimostrato di non voler tutelare la vita e la famiglia». Nella stessa Forza Italia la posizione di Bondi non accoglie consensi unanimi. Se per Francesco Giro «bisogna promuovere un confronto di alto profilo sui diritti della persona, soprattutto se debole o debolissima, come la figura del nascituro», Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori liberali e deputato azzurro, avverte: «Su un tema come quello dell’aborto è legittimo che i cattolici intervengano, ma il centro destra non deve diventare un partito confessionale». L’Udc, dal canto suo, «appoggia con forza la richiesta di una moratorio sull’aborto lanciata dal cardinale Ruini». Secondo le parole del presidente Rocco Buttiglione, «il nostro partito è sempre stato all’avanguardia nella lotta in difesa della vita». Buttiglione ricorda inoltre che in Senato giace una sua proposta di legge volta ad interdire l’aborto oltre la ventesima settimana di gravidanza. «Un feto di venti settimane – dice Buttiglione – è già in grado di vivere alcune ore ed un aborto in quel caso è un infanticidio!».

SINISTRA – La sinistra, invece, insorge. Marco Rizzo, coordinatore nazionale dei Comunisti italiani, si dice «fortemente contrario a qualunque ipotesi di modifica legislativa. Si vuole trasformare l’Italia in uno Stato confessionale, fatto per noi inacettabile». Graziella Mascia, vice presidente dei deputati di Rifondazione comunista, afferma che «ancora una volta gli ambienti più integralisti del cattolicesimo italiano lanciano una campagna provocatoria e anacronistica contro la 194 che nulla ha a che fare con la salute del bambino e che si gioca tutta sulla pelle delle donne».

RADICALI – Anche i radicali prendono posizione. Per Marco Cappato «la legge sull’aborto non è per noi né un totem né un tabù. Verificare l’impatto del progresso tecnologico sul rispetto della legge è certo opera utile e doverosa, non solo relativamente alle mutate possibilità di sopravvivenza del feto fuori dall’utero, ma anche rispetto alle tecniche abortive disponibili, prima tra tutte la RU486, e alle tecniche di analisi prenatale e preimpianto». «La contraddizione tra le linee guida della legge 40 sulla fecondazione assistita, che ostacolano abusivamente l’analisi gentica pre-impianto, e la legge 194, che consente l’analisi pre-natale e l’aborto, va risolta a favore della seconda, attraverso una riforma delle linee guida della legge 40 che chiarisca le modalità attraverso le quali la donna può ricorrere all’analisi pre-impianto. Il proibizionismo sulle analisi pre-impianto e pre-natali – ribadisce Cappato – sarebbe comunque una scelta criminogena perché si tradurrebbe in una ripresa degli aborti clandestini in Italia e all’estero».

PD– Secondo Marina Sereni, vicepresidente alla Camera del gruppo del Partito democratico (lo stesso della Binetti), «la legge 194 è un’ottima legge che ha contribuito a sconfiggere l’aborto clandestino e a dare alle donne tutele e aiuti per una maternità consapevole». «Dalla sua approvazione a oggi – sottolinea l’esponente del Pd – molte cose sono cambiate, sia per l’arrivo nel nostro Paese di molte immigrate, sia per i progressi della scienza medica nel campo della contraccezione e della cura. Compito della politica – continua Sereni – è aggiornare la legge ai tempi, partendo però dalla difesa delle ragioni che hanno portato il Parlamento italiano ad approvare quelle norme e tutti i cittadini a difenderla con con un referendum».FERRARA – Intanto anche Giuliano Ferrara torna alla carica. Dopo aver lanciato dalle pagine del suo giornale l’idea di una moratoria sull’aborto, il direttore del Foglio scrive al presidente del Partito democratico Walter Veltroni per chiedergli di poter perorare la sua causa davanti al comitato che sta discutendo lo statuto del Pd.