Presepe Gay. Questo il titolo a effetto che per quasi tutto il pomeriggio di ieri ha segnato il susseguirsi di agenzie di stampa grondanti dichiarazioni di esecrazione e orrore. Un lunghissimo elenco di accese reazioni di parlamentari offesi dall’azione commando di due deputati della «Rosa nel Pugno», Bruno Mellano e Donatella Poretti, che ieri mattina avevano aggiunto al presepe di Montecitorio una loro personalissima integrazione all’iconografia tradizionale. Niente più di un paio di Barbie abbracciate tra loro con le borsette in mano e accanto due versioni di Ken che si davano la mano.
Potevano benissimo essere scambiate per due coppie di amici, se non fosse stato per i cartelli che brandivano: «Pacs now» in mano ai due maschietti e «Anche in Italia il matrimonio gay come nella Spagna di Zapatero» portato con orgoglio dalle pupattole più amate dalle bimbe (almeno fino all’arrivo delle Bratz). Per tutti quindi si è trattato certamente di due lesbiche e due gay, senza dubbio alcuno, anche se nulla oltre le scritte potesse rivelare la natura delle loro plastiformi preferenze sessuali. Inutile andare per il sottile, anche perché quel gesto da Franti senza Dio costituiva un atto politico, o almeno è stato rivendicato come tale. I due colpevoli dopo aver sistemato la loro «composizione» accanto agli innocenti pastorelli, hanno dichiarato di voler accelerare così l’approvazione di una legge per il riconoscimento delle unioni civili. Alla fine tutta la performance è durata pochi istanti, un commesso parlamentare è subito intervenuto ed ha ristabilito l’ortodossia in quel presepe, sequestrando i pupazzi di plastica.
Naturalmente il valoroso commesso già poche ore dopo era acclamato come nuovo eroe della cristianità: «Ognuno dovrebbe prendere esempio dal pronto e tempestivo intervento degli assistenti parlamentari -ha detto la senatrice teodem Paola Binetti- e intervenga quando è necessario, in ogni luogo». Lasciando così magari anche lo spazio all’idea di una nuova crociata a difesa della moralità presepistica. Nei giudizi si sono trovati d’accordo persino la Mussolini («Una spregevole azione provocatoria ») con Storace («È stata oltraggiata l’identità cristiana dell’Italia»).
Ancor di più: è stata una: «volgare profanazione » per il parlamentare di Forza Italia Cesare Campa, mentre per il ministro Rosy Bindi la doppia coppia Barbie Ken in impropria collocazione «ci fa male prima ancora che come cristiani come cittadini di questo Paese». E proprio in prossimità del fattaccio a Montecitorio, Papa Ratzinger ieri mattina ha rilanciato il presepe in famiglia come elemento importante della cultura e della spiritualità, mentre nel pomeriggio il luogo del misfatto è stato addirittura sfiorato dal Cardinale Camillo Ruini.
Prima di celebrare la messa per i Parlamentari, il Prelato è salito dal Presidente della Camera Bertinotti che, da non credente, ha preferito astenersi dalla liturgia (a cui però non è mancato il «cattolico adulto» Prodi). Mentre Ruini passava accanto al presepe dello scandalo qualcuno ha pensato bene di domandargli se fosse informato dell’accaduto e lui ha risposto lapidario: «Si, io so tutto». C’è infine un fatto che i due «profanatori» forse ignorano: non sono stati poi originalissimi nell’accostamento tra presepe e coppie gay.
La stessa idea di Natale l’hanno avuta giorni fa, e paradossalmente per sostenere una tesi opposta, un gruppo di studenti dell’ organizzazione «Young Conservatives» dell’Università di Austin in Texas dove, tra l’altro, ha studiato anche la figlia di Bush. Come riferisce la versione on line della storica testata «Babilonia», il gruppo di giovani conservatori ha costruito un presepe in cui Giuseppe e Maria sono rimpiazzati da una coppia omosex. Il bello è che lo hanno fatto proprio per polemizzare contro chi si muove per l’approvazione delle unioni gay in tutti gli stati dell’Unione.