RADICALI ROMA

Pannella propone un "comitato dei mille" per una nuova "Rosa nel Pugno"

Intervenendo al Comitato nazionale di Radicali italiani, Marco Pannella ha tra l’altro affermato: Com’è nata la Rosa nel pugno? E’ nata non perche’ ci fossero esigenze che partivano -che so- da Consigli comunali o provinciali, ma è nata attorno a un trinomio (“Blair, Fortuna, Zapatero”) e a un quadrinomio (“laici, socialisti, liberali, radicali”). Attorno a questi obiettivi e a queste parole d’ordine si è creato entusiasmo e un fatto nuovo, a partire da Fiuggi. Leggo ora che dovremmo essere o divenire “liberalsocialisti”; non sento più parlare di Loris Fortuna; vedo che qua e là, a livello locale, ci si definisce “Sdi-Rosa nel pugno”; vedo proposte statutarie che rischierebbero di moltiplicare i problemi con cui già ci siamo dovuti misurare… Dinanzi a tutto questo, è necessario un salto di qualità. Intanto, sarebbe opportuno aprirci agli altri (socialisti e non solo) che vogliono essere anche loro Rosa nel pugno. E poi, oggi, faccio un’ipotesi. C’è stato ed è stato attivo, per tanti anni, il “Comitato dei Cento” (con Bertrand Russell), che animò la battaglia antinucleare. Ecco, per una nuova “Rosa nel pugno”, noi potremmo dare vita ad una “Fiuggi” con un “Comitato dei Mille” formato dalla segreteria e dalla direzione attuale, e con i candidati della Rosa nel pugno alle elezioni politiche (tra i quali -numerosissimi- scienziati, intellettuali, candidati d’onore), e poi altre personalità da coinvolgere, che -immagino- ne sarebbero entusiaste, ritrovando con noi gli obiettivi, il linguaggio e le parole d’ordine con cui la Rosa nel pugno è nata e si è affermata un anno fa. E a Prodi dico: noi radicali siamo sempre stati all’opposizione delle maggioranze e delle opposizioni. Abbiamo deciso, per la prima volta, di partecipare ad un’impresa di governo, che abbiamo fortemente concorso a rendere possibile. Ma voi, per noi e per il paese, non siete stati e non siete meno “regime” degli altri: resta da capire se sia possibile riuscire a superare l’apparente contesa tra “corleonesi” e “palermitani”. E comunque, saremo gli ultimi ad abbandonare la barca, perche’ le ragioni della scelta che abbiamo compiuto sono, per noi, anche più importanti della “barca”.