RADICALI ROMA

Pannella su Politkovskaya, eutanasia, finanziaria, Rosa nel Pugno, i seggi al Senato, la pena di morte…

Pannella/Politkovskaya. Al funerale ero in rappresentanza di tanti compagni del PRT, anche di quelli arrestati in queste ore in Russia, non certo in rappresentanza di questa Europa e di questa Italia entrambe complici degli assassini della giornalista.

 

“Il fatto che io fossi solo a Mosca non é dipeso certamente da me”. Così Marco Pannella, in apertura della consueta conversazione settimanale con il direttore di Radio Radicale Massimo Bordin, ha commentato la propria presenza ai funerali di Anna Politkovskaya, la giornalista russa uccisa la scorsa settimana. Nonostante “lo splendido lavoro della Politkovskaja”, l’Unione Europea, così come tutte le istituzioni italiane, non erano presenti al funerale della giornalista uccisa in Russia. Come non erano presenti, ha ricordato il leader radicale, nel momento in cui decisero di “abbandonare lo stesso Presidente ceceno Maskhadov che ufficialmente aveva optato per la via nonviolenta. Non a caso alcuni ministri erano iscritti al Partito Radicale Transnazionale, ed io proprio a nome dei compagni del PRT sono andato a rendere omaggio ad Anna, che abbiamo potuto conoscere anche di persona in questi anni”.

 

Una volta lì Pannella ammette di non aver pensato nemmeno per un attimo a “tirar fuori la fascia del Parlamento Europeo. La stessa Anna non avrebbe voluto”. Così Pannella ha spiegato anche il suo breve intervento durante la sessione plenaria del Parlamento di Bruxelles, nel corso della quale, rivolgendosi al presidente Borrell, ha chiesto di motivare perché ci si riunisca ancora in palazzi che si chiamano “Spinelli”, “Schumann”. “Auspico che questa finzione abbia fine e che i palazzi nei quali ci riuniamo siano ribattezzati in ricordo di Daladier. In fondo l’impunità é la stessa di una Francia che proprio ora passa una legge fascista-nazista ed idiota sul genocidio armeno. In una situazione, tutto torna, in cui non si riconosce dopo decenni il genocidio dei Ceceni ancora in corso, a testimonianza che la Francia, ma anche l’Europa, é sempre più, davvero, quella che ha come predecessori gli incompetenti complici e vili di Monaco”.

 

Pannella ha dichiarato tra l’altro che oramai “la tragedia cecena é definitivamente divenuta la tragedia russa”. Non a caso é stata assassinata proprio la giornalista che nella crisi del Caucaso vi vedeva un “tumore della Russia”. Il leader radicale ha inoltre raccontato che leggendo l’edizione di Le Monde del giorno successivo ai funerali, si é accorto di come “a pagina sei, con grande rilievo, era presentata la foto di due attivisti russi per i diritti dei georgiani, appena arrestati; guardando meglio – ha precisato – ho notato che uno dei due arrestati aveva addosso il simbolo del Partito Radicale Transnazionale”.

 

Pannella ha infine commentato anche l’atteggiamento di alcuni media italiani, in particolare di Repubblica che, nonostante “due inviati presenti”, ha di fatto ignorato la presenza dell’unico esponente della politica italiana. “La stessa scelta – ha spiegato – che Mauro ed altri giornalisti fecero una volta. Io infatti continuo a pagare il fatto di aver denunciato una situazione italiana di anni fa, quella della risposta emergenziale al terrorismo che ha legittimato poi il tentativo di annullamento di ciò che allora era rimasto di democratico e di stato di diritto nel nostro Paese. La stessa pagina di storia recente, per capirci, per la quale Cossiga può ancora oggi rimanere impunito qualsiasi cosa dica”.

 

Pannella/eutanasia: fenomeno già ora di massa ma clandestino; Welby, come me, non é disposto ad essere uno dei tanti che nasconde un atto pieno di amore ed umanità.

 

Tornando all’attualità italiana Pannella ha spiegato le motivazioni della battaglia radicale per l’eutanasia, oltre che la sua motivazione personale che lo spinge ad essere “pronto a fare quello che con decisione e precisione Welby chiede”: “io sono certo che da generazioni esista una eutanasia di massa e clandestina, determinata da atti di amore ed umanità, che restano clandestini per non essere sanzionati penalmente. Io sono disposto ad essere uno dei tanti, però senza nascondermi, come poi non si vuole nascondere Pietro”.

 

Eutanasia come atto di amore, Pannella non ha dubbi: “Non dobbiamo avere paura di parlare di atti di amore, in questo caso, di com-passione. Don Verzé, con la sua intervista al Corriere, dimostra di essere ancora una volta esempio del religioso che afferma una sintonia anche con i laici di diversa natura, cioè credenti”.

 

Proprio in riferimento alla campagna sull’eutanasia portata avanti dall’associazione

Luca Coscioni, durante la trasmissione si é tenuto un collegamento telefonico con Rocco Berardo, vice-segretario dell’associazione. “Nel weekend di apertura di questa raccolta di firme a sostegno della richiesta di un’indagine conoscitiva sull’eutanasia clandestina, abbiamo tenuto almeno 57 tavoli in tutta Italia, raccogliendo 3.056 firme. Almeno 2/3 dei firmatari hanno rilasciato la liberatoria per utilizzare i dati, e circa 800 hanno lasciato la loro e-mail. Questo é un messaggio anche per chi si prepara per il prossimo weekend; occorre raccogliere questi dati per ricontattare i firmatari”. Berardo inoltre ha riportato i dati più recenti sulla campagna di iscrizioni dell’associazione Coscioni tra i parlamentari italiani: “Siamo arrivati a quota 42 parlamentari iscritti, con altri 15-20 che stanno per versare la quota”. Proprio commentando questo dato Pannella ha fatto i complimenti all’associazione, ma soprattutto “complimenti agli oltre 40 compagni e compagne di lotta che hanno deciso di iscriversi”.

 

Subito dopo, ancora in collegamento telefonico, é intervenuta Mirella Parachini, dirigente dell’associazione Luca Coscioni nonché vice-presidente della FIAPAC (Federazione Internazionale degli Operatori di Aborto e Contraccezione), associazione degli operatori del settore sprezzantemente ribattezzata da Volonté (UDC) come “la federazione abortista”. Al recente congresso della associazione, che ha visto la partecipazione di oltre 450 medici e professori di tutto il mondo, è intervenuta anche Emma Bonino, Ministro radicale. Un’occasione per chiarire, ha spiegato la Parachini, che “l’aborto farmacologico rappresenta un atteggiamento culturale completamente diverso; in Grecia é legale ma non la usano, perché sistema sanitario é strutturato in modo che é molto più scomodo seguire la donna con l’aborto medico; a dimostrazione che questa dell’aborto-facile é una mistificazione, una favola. Il nostro argomento non é questo, ma il fatto che deve essere lasciata libertà di scelta alla donna. Ciò che spaventa gli abortisti é che a differenza dell’intervento chirurgico, per il quale si aspettano anche settimane, quello farmacologico sarebbe applicabile prima ed andrebbe ad evitare numerose obiezioni di coscienza”.

 

Pannella/finanziaria. Non ricordo finanziaria sulla quale si sia sviluppato un dibattito così importante. Segno che lo stesso regime si sta logorando e lascia trapelare le sue contraddizioni interne; un dibattito che é ricchezza democratica.

 

“Non ricordo una finanziaria sulla quale ci sia stato un dibattito così approfondito; questa volta la stessa sinistra di regime si sta logorando nelle sue contraddizioni e questa é una ricchezza democratica. Prevale un senso critico inedito e vi sono anche disponibilità a correggere il testo che vengono annunciate. Insomma c’é un gran casino – ha detto Pannella – ma meno di regime del solito, più democratico”.

 

L’iniziativa del “tavolo dei volenterosi” Daniele Capezzone, segretario dei Radicali Italiani, “andava prop
rio in questa direzione – ha spiegato il leader radicale – tentando di svincolare le scelte politiche dei parlamentari dagli interessi oligarchici”.

 

Pannella/Rosa nel Pugno: se abbandoniamo il dibattito organizzativistico e ripartiamo dal comitato dei mille, potremmo creare dei “casi” a livello locale necessari per potersi presentare almeno in alcune realtà.

 

Pannella non esclude a priori la possibilità di presentare liste RnP alle amministrative che si terranno. “Se noi riuscissimo a recuperare un ambientalismo politico ed intransigente che manca alla politica italiana, se riuscissimo a fare proposte serie riguardo il disastro idrogeologico del paese, e certo decidendo all’unanimità e senza rilanciare ancora questo dibattito organizzativistico, renderemmo possibile una crescita quantitativa e programmatica di scelte. Potremmo così arrivare a creare dei “casi” e presentare liste magari in 10 città”.

 

La situazione interna alla Rosa é, a detta del leader radicale, “semplicissima”: la RnP é nata 9-10 mesi fa con un gruppo dirigente di 8-9 persone; “in quanto tali, qualificandoci come RnP, siamo stati riconosciuti come evento politico nuovo, a partire quindi dalle proposte fatte. A questo punto avevamo trovato anche una soluzione, cioè sapevamo che questo progetto nuovo non poteva portare in poche mesi alla formazione di un partito, e quindi ci eravamo messi d’accordo sui nomi, sul trinomio, e sul simbolo che noi radicali abbiamo messo a disposizione. Noi vogliamo continuare a far crescere tutto questo; da 8-9 siamo diventati 50-100 ed ora sono titolati ad essere RnP anche i candidati alle passate elezioni politiche, ed altre persone che potremo scegliere secondo criteri territoriali. Un “comitato dei 1000” così composto potrebbe andare avanti per 12 mesi anche per organizzare al meglio il partito”.

 

“Il tesseramento individuale va bene, ma ora dovremo sollecitare la formazione di club grandi e piccoli che non chiedano tanto di essere tesserati, quanto il riconoscimento delle loro proposte più o meno fantasiose. Una proposta che può partire in primis dall’online, sul quale faremo proposte precise; un riconoscimento che può essere dato anche in cambio di alcune garanzie privatistiche. Abbiamo bisogno di circoli che siano non rappresentanti erga omnes della RnP, ma rappresentanti delle proprie idee”.

 

Pannella: sui seggi al Senato mi sembra che la stampa tenda a far credere sia un problema mio, o dei radicali. La questione rimane piuttosto quella della legalità.

 

Tornando brevemente sulla questione dell’attribuzione illecita dei seggi del Senato, Pannella ha auspicato che la stampa non continui a far passare che questo é un “problema dello scomodo, o simpatico, o antipatico Pannella”. Il problema é altro, é quello della legalità, “lo stesso per il quale centinaia di carcerati hanno fatto lo sciopero della fame assieme ai radicali sui giudici della corte costituzionale”.

 

In questo momento “essere di regime vuol dire accettare che regolamenti, prassi ed atteggiamenti non consentano ad esempio di prendere una decisione sugli 8 senatori scippati. Per questo ad oggi saluto l’iniziativa di Manzione, che é stato censurato dopo aver proposto un supplemento di accertamento sulla questione, pur sapendo che noi eravamo nel giusto; la vicenda quantomeno dimostra come ci sia un dibattito in corso, delle contraddizioni”.

 

Pannella/pena di morte: sulla moratoria delle esecuzioni da promuovere in sede ONU D’Alema ed il governo stiano attenti a non comportarsi come i loro predecessori.

 

Pannella ha affermato di aver parlato con il Ministro degli Esteri D’Alema per sollevare ancora una volta la questione della pena di morte. “Quanto alla promozione di una moratoria in sede ONU – ha concluso – il centrosinistra sta per replicare il comportamento del governo precedente, ma su questo piccolo evento dico al nostro Ministro di stare attento, perché nel trattare con troppo cinismo delle cose che ci riguardavano, altri hanno visto distrutta la propria responsabilità, anche di governo”.