RADICALI ROMA

Preservativo, coro di sì al dossier del Vaticano

  La notizia che il Papa ha chie­sto alla Curia di «studiare» l’uso del preservativo nella preven­zione dell’Aids ha scatenato i commenti più vari, improntati quasi tutti all’attesa di una qualche «apertura» a quell’uso. Ma dal Vaticano invitano alla prudenza: «Non ci sono decisio­ni, ma solo uno studio e non è detto che si arrivi a un documen­to». Sulla possibilità che il Papa concluda per la liceità del­l’uso dei preservativi in alcuni casi—dalla coppia con un part­ner sieropositivo alle situazioni di pandemia—il cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del «Consiglio per la pasto­rale della salute», invita a «non fare pronostici: occorre aspet­tare i fatti perché il Papa è totalmente libero e allo stesso tem­po molto intelligente e, come perso­na saggia, ha chiesto uno studio su questo tema per farsi consigliare».

 

 

 

Il cardinale precisa che «si tratta di una bozza e solo in seguito sarà possibile fare un documento, ma non c’è ancora certezza». Vale a dire che Benedetto XVI potrebbe ritenere non maturo un pronunciamento. Il cardinale Ersilio Tonini ritiene «posi­tivo che il Papa abbia scelto la via del­la consultazione, invitando a riflette­re ancora su questo tema». Tra quelli dei politici, spicca il commento del ministro della Salute Livia Turco, diessina: «L’iniziativa del Papa è di grandissimo rilievo e fa bene spera­re». Per Ignazio Marino, diessino e medico, «sarebbe impensabile ferma­re un’epidemia così imponente sen­za il preservativo», ma la sua adozio­ne «è compito degli Stati, non della Chiesa». Per l’immunologo Fernando Aiuti «se confermato» si tratta di un «passo importante e innovativo». Più o meno con gli stessi toni la no­tizia è stata commentata da Tommaso Pellegrino dei Verdi («nuova via importante ma non basta»), Vittoria Franco dell’Ulivo («buona ma tardi­va») , Erminia Emprin del Prc («arrivi presto il documento»), Chiara Moroni di Fi («incoraggiare l’apertura»), Gianfranco Rotondi della Dc («per la prevenzione il preservativo è necessa-rio»).I più polemici con la Chiesa sono stati Donatella Poretti e Marco Cappato della Rosa nel pugno, che se la sono presa con la «politica sciagurata della Chiesa» e i «danni» che essa ha prodotto. «Disastrosa definisce quella politica Franco Gril­lini presidente onorario di Arcigay, che in una lettera al presi­dente della Camera Bertinotti chiede che «all’interno del Parlamento vengano posti dei distributori gratuiti di preservati­vi». Curioso il contrasto tra due esponenti di primo piano del-l’Udc: Luca Volontè si augura «che le indiscrezioni sulle aper­ture della Chiesa siano infondate», mentre Carlo Giovanardi sostiene che «l’uso del preservativo a scopo di prevenzione da parte dei cattolici è da tempo nella prassi».