RADICALI ROMA

Pride, è chiusura Il prefetto non cede: «No a San Giovanni».

«Totale chiusura», piazza San Giovanni non è stata concessa dalla prefettura di Roma per il prossimo pride. «Una scelta di assoluta mancanza di buon senso» sottolineano i promotori. Le ragioni addotte dalla prefettura sono semplicemente «risibili» e oltre tutto dimostrano palesemente quanto, nonostante gli appelli ad evitare forti contrapposizioni in un clima di vera emergenza quale è quello romano, questa decisione possa avere esiti imprevedibili per una manifestazione – sottolinea ancora Rossana Praitano, presidentessa del circolo Mario Mieli – «che è nel suo stesso Dna pacifica, gioiosa e tutta all’insegna della tolleranza». Evidentemente – aggiungono – si vuole fomentare un clima di intolleranza. «Una decisione assurda in sé» precisa Saverio Aversa, responsabile di Rifondazione, tra i partecipanti ieri alla riunione che si è avuta in prefettura. «Abbiamo tutti avuto – precisa – la netta sensazione che al prefetto fosse stato imposto un vero veto a far sì che la manifestazione terminasse in piazza San Giovanni». Restano i motivi assolutamente «risibili» addotti per negare la piazza: vale a dire la mancanza di conciliabilità di una manifestazione come il Pride che si presume porterà a Roma migliaia di persone con il concerto di musica sacra che si terrà all’interno delle mura lateranensi. «Una presa di posizione assurda e illogica» continua Aversa.
L’allarme è chiaro: anche perché in molte associazioni hanno già annunciato un atto di disobbedienza civile contro una decisione chiaramente «omofoba e oscurantista» denunciano in molti. La manifestazione romana era già stata autorizzata dalla prefettura in data 11 aprile hanno aggiunto ancora ieri i promotori del pride. Restano dunque davvero «inspiegabili» le motivazioni che hanno indotto Carlo Mosca a negare un corteo già annunciato oltre che, come ogni anno, previsto nell’ambito delle manifestazioni e degli eventi romani. Ieri pertanto, e fino a tarda sera, i promotori hanno tenuto una riunione straordinaria per definire a questo punto un percorso alternativo a cui certo nessuno aveva pensato e proprio perché davvero si credeva che questo problema “tecnico” di San Giovanni potesse essere risolto. «Il prefetto – ha annunciato Praitano – ci ha dato comunque la più grande disponibilità a studiare un percorso alternativo». «Noi – conclude – ne usciamo comunque sconfitti. Ci abbiamo provato ma crediamo ancora che la manifestazione debba rimanere quella di sempre, gioiosa ma anche testardamente legale». I tempi stringono con sabato alle porte e al momento non è prevista alcuna location alternativa. «Ci ragioneremo – aggiunge Praitano – e lo comunicheremo alla questura».
Al vaglio vi sarebbe anche piazza del Popolo ma non è stata ancora presa una decisione ufficiale per un corteo che resta comunque “testardamente” e tutto all’insegna «della parità, della dignità e della laicità».