RADICALI ROMA

Rai occupata, Pannella-Bonino conquistano il video

E’ anche la terza notte di occupazione sui divanetti di viale Mazzini è andata. Sveglia alle 5.30 con gli addetti alle pulizie. Oggi si vedrà. Il risultato minimo è stato raggiunto. Più spazio in tv per la loro battaglia contro la pena di morte, come promesso dal presidente Claudio Petruccioli: doppia intervista ieri su Raidue, Pannella di prima mattina e Bonino all’ora di pranzo, servizi sui tre telegiornali ovvero «un primo parziale recupero di informazione per l’opinione pubblica però la nostra presenza è ancora nulla in radio».

 

 

 

Resta quello primario per cui «serve un colpo d’ala»: indurre l’Onu a votare la moratoria mondiale. Perciò gli autoreclusi radicali (Maria Antonietta Coscioni, Rita Bernardini, Marco Cappato, Bruno Mellano, Maurizio Turco, Marco Beltrandi, Sergio D’Ella) rimasti in 7 perché l’anziano ex senatore Sergio Stanzani è uscito per motivi di salute, continuano col presidio «non violento» al pianterreno fino a data da definirsi. Conforto morale e politico gliel’ha portato a metà mattina il leader Marco Pannella. Che nonostante la pioggia battente e il calo fisico per via del digiuno integrale (né cibo nè acqua) cominciato mercoledì ha arringato una nemmeno tanto piccola folla (tra cui gli ulivisti Furio Colombo ed Ermete Realacci, Elettra Delana del Prc, Cesare Salvi di Sd) con cartelli e ombrelli all’ingresso laterale della Rai in via Pasubio. «All’Onu una maggioranza assoluta è pronta a votare la risoluzione contro la pena capitale, capito Massimino?».

 

 

 

Ce l’aveva con il ministro degli Esteri Massimo D’Alema che ha dichiarato che «è sì importante fare presto ma di più avere successo». Questa la risposta di Pannella: «I Paesi che applicano la pena di morte sono soltanto un terzo, non c’è bisogno della tua superiore capacità di governo, bastano i conti di questi radicalucci».. Con lui sul palchetto il ministro Emma Bonino prima di partire per Algeri: «Se le Nazioni Unite approvassero questa risoluzione sarebbe un passo storico di civiltà, siamo riusciti ad aprire una finestra ma bisogna metterci la zeppa perché non si chiuda, Questa battaglia non è una nostra bizzarria, dovrebbe entusiasmare anche chi ha velleità di Partito democratico». Dietro i vetri sono schierati gli occupanti. D’Elia si collega via cellulare: «Siamo qui a combattere non contro, ma per il governo».Così anche oggi la Rai si attrezza per l’accoglienza. Il ponte è finito, si lavora, serve spazio, gli «ospiti», che ieri sera sono andati a letto presto (alle 21 già si coricava Mellano), dovranno stringersi in un angolo dello stanzone. Domani lì accanto c’è la conferenza di «Miss Italia», bisognerà mettere in ordine, ripiegare le coperte. «Sono educatissimi», dicono di loro i vigllantes incaricati di non farli girare per il palazzo e di controllare i pacchi in entrata. Al direttore dei Rapporti istituzionali Pierluigi Malesani, che parlamenta per conto azienda, hanno offerto il caffe. Certo i vertici di viale Mazzini contavano di chiudere prima questa convivenza forzata, si ritrovano i coinquilini.