RADICALI ROMA

REFERENDUM ABROGATIVO SU "LEGGE CHE MODIFICA VINCOLI PAESISTICI"

RIPRISTINO DEI VINCOLI PER IL RISPETTO EFFETTIVO DEI VINCOLI PAESISTICI

I SOTTOSCRITTI CITTADINI ITALIANI RESIDENTI NEL LAZIO RICHIEDONO REFERENDUM POPOLARE ABROGATIVO AI SENSI DELL’ARTICOLO 61 DELLO STATUTO DELLA REGIONE LAZIO, ED IN APPLICAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE 20 GIUGNO 1980, N. 78 – SUL SEGUENTE QUESITO: “VOLETE VOI CHE SIA ABROGATA LA LEGGE REGIONALE 9 DICEMBRE 2004, N. 18, (“MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 6 LUGLIO 1998, N. 24 (PIANIFICAZIONE PAESISTICA E TUTELA DEI BENI E DELLE AREE SOTTOPOSTI A VINCOLO PAESISTICO)E SUCCESSIVE MODIFICHE. MODIFICA ALLA LEGGE REGIONALE 8 NOVEMBRE 2004, N.12 (DISPOSIZIONI IN MATERIA DI DEFINIZIONE DI ILLECITI EDILIZI))”?

Togliere il cemento dai parchi e dalle zone protette abrogando le norme che hanno ignorato il rispetto effettivo dei vincoli paesistici

Si chiamava «Lazio Sos Paesaggio». Era il comitato contro le modifiche proposte dalla Regione Lazio alla legge sulla «Pianificazione Paesistica». Era stato promosso addirittura un referendum abrogativo dai Verdi contro la nuova norma. Era stata annunciata dall’allora consigliere capogruppo dei Verdi Angelo Bonelli una lettera, pensate!, all’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi con la richiesta di intervenire a sostegno della tutela ambientale. Secondo l’ex senatrice Verde Loredana De Petris, riferendosi all’allora governatore Francesco Storace: “Non mi pare che il paesaggio sia al centro degli interessi di questa maggioranza”. E ancora l’allora segretario regionale Filiberto Zanatti: “Questa maggioranza ha approvato una legge pericolosissima per il territorio”.

Bene, bravi, bis! Poi c’è stato il 2005. Storace, contro ogni previsione, perde le elezioni regionali e il conduttore di “Mi Manda Rai Tre” diventa il governatore della nostra regione. All’epoca i Radicali vennero esclusi dalla coalizione esplicitamente perché si sarebbero presentati sotto le insegne del nome di Luca Coscioni ma c’erano loro: i Verdi. Loro a difendere il Paesaggio, l’Ambiente. A difendere la dignità di una buona politica. Di una politica che dice quello che pensa e che fa quello che dice. E bene, dopo 4 anni al governo della regione, niente è stato fatto per abrogare le norme che tanto scandalizzavano e che evidentemente erano state prese solo a pretesto per fare la solita polemica politica.

Ecco che allora questo referendum ha l’obbiettivo di ripristinare un minimo di decenza per il mondo ambientalista ma soprattutto per l’Ambiente. Ha l’obiettivo di abrogare proprio quelle norme che hanno ignorato il rispetto effettivo dei vincoli paesistici dando la possibilità di far venire fuori quella politica ambientalista che si ritrova fuori dagli steccati ideologici che essa stessa ha eretto intorno a se stessa ma che ora ha la possibilità di superare.