E’ da diverso tempo che in molte conferenze, incontri, seminari, sento pronunciare la parola “densità urbana”.
I rapporti 4/2006, 6/2006 e 10/2006 dell’ European Environment Agency, organo specializzato dell’Unione europea, ci possono dare un quadro preciso di ciò che sta succedendo in Europa, uno dei continenti più urbanizzati del pianeta: circa il 75 % della sua popolazione vive in aree urbane.
Il futuro urbano dell’Europa è, tuttavia, fonte di notevole preoccupazione. Più di un quarto del territorio dell’Unione Europea è ormai direttamente destinato ad usi urbani.
Entro il 2020, circa l’80 % degli europei vivrà in aree urbane. In 7 paesi, tale proporzione salirà al 90 % o addirittura oltre. Pertanto, sta crescendo notevolmente la domanda di suoli disponibili all’interno o nei dintorni delle città. Nella vita quotidiana, tutti noi assistiamo a cambiamenti rapidi, tangibili e contrastanti nell’utilizzazione del territorio, che stanno rimodellando i paesaggi e modificando l’ambiente delle città e delle zone limitrofe, come mai prima d’ora.
Le città tendono ad ingrandirsi, riducendo al minimo i tempi e le distanze che le separano le une dalle altre, nonché i percorsi di entrata e di uscita dall’abitato. Questa espansione si sta verificando in maniera non regolare in tutta Europa, per effetto di cambiamenti negli stili di vita e nei consumi, ed è comunemente denominata sovraccrescita urbana o espansione urbana incontrollata.
Le testimonianze di cui disponiamo dimostrano inequivocabilmente che questo fenomeno ha caratterizzato la crescita delle città in tutta Europa negli ultimi 50 anni.
Sulla base di questi dati, ci dovremmo chiedere quale sia l’azione giusta da intraprendere per contrastare questo consumo di suolo?
Sicuramente non può bastare una sola azione, ma si dovrebbe mettere in atto un insieme sistematico di azioni, che prendano in considerazione i diversi aspetti.
Una cosa importante sarebbe ridare credibilità, specie in Italia, alla Pianificazione Territoriale e Urbanistica, schiacciata da una sempre più crescente de-regolazione all’edificazione selvaggia, molto spesso dettata dalle grandi imprese di costruzioni, anziché dalle amministrazioni pubbliche.
La pianificazione territoriale (regionale o provinciale) è lo strumento base che detta dei parametri specifici, dei limiti invalicabili all’espansione delle città.
Ed è proprio qui che il termine “Densità” va inserito; no a densità troppo basse perché aumentano i costi, favoriscono il distacco sociale, aumentano lo spreco energetico, e aumentano quell’erosione del suolo, che appunto deve essere combattuto.
No anche ad una densità troppo alta, perché è impensabile non porre delle regole anche in questo senso.
E allora c’è necessità di una densità ragionevole, senza il dover costruire grattacieli e riservando parte del territorio a verde e spazi aperti non asfaltati.
Un migliore rapporto con la natura in città deve diventare una misura essenziale per il benessere del cittadino, ed è un modo concreto di lottare contro lo Sprawl (città diffusa).
Diciamo allora che se non vogliamo una città diffusa, attraverso un continuo consumo di suolo, dobbiamo impegnarci a riqualificare le nostre città per tutti i loro abitanti, lavorando su quelle aree che si trovano già nel territorio urbanizzato, ma non vengono utilizzate: zone industriali semivuote, caserme, capannoni, edifici vuoti, tutte possibilità di trasformazione e ri-utilizzazione su cui è possibile confrontarci per fare degli interventi di ricucitura del tessuto urbano, senza erosione di nuovo.
Concludo riportando un esempio diretto di densità ragionevole, che in Germania da diversi anni si è messo in atto, unendo le forze delle amministrazioni pubbliche, con il lavoro dell’Arch. Stefan Forster.
A tal proposito riporto letteralmente una piccola sintesi:
“L’arch. Stefan Forster è operativo nel campo dell’housing in Germania sin dal 1978 e vanta una serie di riconoscimenti e premi internazionali fra cui i World Habitat Awards 2006/2007. I suoi interventi risultano emblematici della situazione abitativa che si è creata in Germania dopo la riunificazione. I flussi migratori dall’est all’ovest, se da un lato hanno alimentato un meccanismo di crescita delle città, che si credeva interrotto, dall’altro hanno contribuito allo spopolamento di molte aree dell’est. La duplice gestione di un sistema in crescita / decrescita è diventata così una priorità nella pianificazione urbana e di riflesso nelle politiche della casa. Nei lavori di Stefan Forster è possibile leggere questo doppio passo operativo. Si è occupato sia di progetti residenziali nella opulenta Francoforte sia di interventi di recupero di strutture residenziali in prefabbricato (wbs 70) in zone depresse.”
Vi riporto inoltre il programma della conferenza che L’architetto terrà alla Sapienza:
MARTEDÌ 13 GENNAIO 2009
AULA MAGNA “BRUNO ZEVI”
Facoltà di Architettura “Valle Giulia”
Via Gramsci, 53 – Roma
ore 10.00
SALUTI DI BENEDETTO TODARO
PRESIDE DELLA FACOLTÀ DI ARCHITETTURA “VALLE GIULIA” – DOTTORATO DRACO
PRESENTAZIONE DI PAOLO MELIS
FACOLTÀ DI ARCHITETTURA “VALLE GIULIA” – DOTTORATO DRACO
INTERVENTO DI ENRICO PUCCINI
PROMOTORE DELLA CONFERENZA DI STEFAN FORSTER –
ore 10.20 CRESCITA/DECRESCITA, HOUSING IN GERMANIA.
(GROWING/SHRINKING CITY, HOUSING IN GERMANY.)
CONFERENZA DI STEFAN FORSTER
Marco Mancinelli
membro dell’Associazione RadicaliRoma