RADICALI ROMA

Stazione Termini o Woijtila, scontro Vaticano-Veltroni

Woijtila sì, Woijtila no. Parafrasando Elio e le Storie Tese (ma sull’infimo livello di questa polemica c’è realmente poco da ridere, ndr), ieri un editoriale dell’Osservatore Romano ha riacceso le polemiche nate per l’intitolazione della Stazione Termini a Giovanni Paolo II. Il quotidiano della Santa Sede non lesina critiche al sindaco Walter Veltroni, accusato di una marcia indietro sulla querelle “nome aggiunto” e non intitolazione vera e propria, perchè il primo cittadino aveva precisato come il massimo scalo ferroviario dell’Urbe si sarebbe continuato a chiamare Termini. ”Avevamo capito male, la principale stazione ferroviaria di Roma continuera’ a chiamarsi stazione Termini e non stazione Giovanni Paolo II – attacca l’Osservatore Romano – Il sindaco si e’ sentito in dovere di rispondere ad un cittadino che ”guarda caso” si era ”sentito offeso dalla nuova intitolazione della stazione” poiche’ lo percepiva come ”un atto d’imperio tale da offendere i passeggeri laici e quelli di diverse confessioni religiose. Fra dedica e intitolazione abbiamo assistito – puntualizza sarcastico l’Osservatore – ad un inedito capolavoro di ibrido politico: la detitolazione”. Al quotidiano della Santa sede ha replicato la vicesindaco di Roma, Mariapia Garavaglia. ”Su una figura cosi’ grande come quella di Giovanni Paolo II il Campidoglio non intende fare alcuna polemica. Abbiamo voluto dedicare la stazione Termini, un luogo di incontro, di dialogo ad un Papa che con Roma ha avuto un rapporto profondo e speciale”, ha spiegato la numero due del massimo colle capitolino. ”Negli anni del suo Pontificato -si legge nella nota- Papa Woijtila e’ riuscito a visitare quasi tutte le parrocchie romane, ha accettato con grande piacere la cittadinanza onoraria che come amministrazione comunale gli abbiamo offerto, ha apprezzato pubblicamente i festeggiamenti che il Comune ha organizzato per i 25 anni di pontificato. Cosi’ come non si puo’ dimenticare l’abbraccio commosso e orgoglioso di Roma nei giorni del funerale ad un Papa che nella capitale aveva richiamato milioni di pellegrini – accolti con amore dai romani – per tributargli l’ultimo saluto”. L’ex presidente della Cri ha concluso rimarcando come ”siano dunque i fatti ad escludere ogni possibile polemica. Troppo forte il rapporto che unisce e unira’ Giovanni Paolo II alla citta’ di Roma. E proprio in virtu’ di questo legame abbiamo voluto dedicargli, unica grande citta’ al mondo, un luogo cosi’ significativo come la Stazione Termini”.

Se l’amministrazione capitolina prova a gettare acqua sul fuoco, ad alimentare le fiamme ci pensano due esponenti di spicco della Rosa nel Pugno.”Ringraziamo per gli elogi ‘L’Osservatore Romano’, il cui editore, la Santa Sede, non contenta degli ospedali italiani dedicati ai Santi, le Banche dedicate ai Santi Spiriti, vorrebbe le Stazioni ferroviarie intitolate ai Subito-Santi”: macigni firmati da Sergio Rovasio e Luigi Castaldi, membri della Direzione della Rnp. ”La vicenda della Stazione Termini dedicata e non intitolata a Giovanni Paolo II manda su tutte le furie il quotidiano vaticano -hanno aggiunto – organo mediatico di uno Stato teocratico che non puo’ tollerare un ordinamento democratico all’interno dei suoi confini e vorrebbe la teocrazia applicata anche all’interno dello Stato italiano.La Stazione Termini continuera’ a chiamarsi cosi’, e’ una nostra vittoria! Ora iniziera’ la battaglia per cambiare il nome alla Stazione San Pietro. La nostra proposta e’ che diventi Stazione Ernesto Nathan”, concludono. Chi attacca le presente due facce del Campidoglio è il deputato di Forza Italia e coordinatore del Lazio, Francesco Giro

”Speravamo di sbagliare e invece ancora una volta il Comune di Roma dimostra di essere protagonista e vittima di una pericolosa deriva anticattolica. Apprendiamo dall’Osservatore Romano la versione autentica della mancata titolazione della stazione Termini a Papa Wojtyla – ha affermato Giro. Se come si legge nell’Osservatore Romano il sindaco aveva promesso di intitolare la Stazione Termini a Giovanni Paolo II – ha aggiunto – allora ci chiediamo cosa sia accaduto. Quali motivi abbiano spinto il Sindaco a fare marcia indietro ?”. Francesco Giro si chiede inoltre per quali ”occulte rendite di posizione e di potere la giunta di sinistra abbia sconfessato una iniziativa promessa e gia’ stabilita, che ha avuto addirittura luogo il 23 dicembre scorso alla presenza del Cardinale vicario ? A quali diktat si e’ dovuti cedere per mantenere salda una coalizione sempre piu’ sotto ricatto della sinistra estremista e radicale ? Al sindaco Veltroni chiedo pubblicamente di fare chiarezza su questa brutta vicenda e di fare in modo che non venga ferita l’anima di questa Citta’ che sotto il profilo culturale e non solo religioso deve un grande tributo alla tradizione cattolica”.

L’iter della dedica a Karol Woijtila

L’idea di intitolare la Stazione Termini a Giovanni Paolo II era stata lanciata dal sindaco Walter Veltroni il 4 aprile 2005 durante il consiglio comunale straordinario tenuto a pochi giorni dalla morte del pontefice. ”Proporremo alle Ferrovie dello Stato di intitolare la stazione Termini a Giovanni Paolo II, un luogo di viaggio a chi ha incontrato i popoli di tutto il mondo”, disse allora. L’annuncio aveva subito registrato il plauso, tra l’altro, del responsabile nazionale di Fi per il mondo cattolico Francesco Giro, mentre il 12 aprile la Consulta laica del Comune di Roma, in un documento inviato al sindaco Veltroni, giudicava la proposta ”un delirio idolatrico”. Il 21 aprile 2005, durante le celebrazioni per il Natale di Roma, Veltroni chiariva pero’ di non aver ”mai detto di sostituire il nome della stazione Termini con il nome di Giovanni Paolo II” ma solo di ”aggiungerlo”. Si arriva poi allo scorso 23 dicembre, giorno in cui, come spieghera’ il 12 gennaio lo stesso Veltroni rispondendo alla lettera di un cittadino, sono state inaugurate due steli alla Stazione Termini. ”Il nome di Giovanni Paolo II – spiega nella lettera Veltroni – compare in due steli che si trovano nella stazione Termini. La cerimonia di quel giorno non e’ stata dunque una intitolazione, per il semplice motivo che la stazione continua a chiamarsi ‘Termini’. La nostra, d’intesa con le Ferrovie dello Stato, e’ stata una dedica fatta in un luogo adatto a ricordare il Papa del viaggio e dell’incontro, della pace e del dialogo”